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Scuola. Esternalizzazione servizi di pulizia, GIssi (Cisl Scuola): “Modello fallimentare, questa esperienza va chiusa”

Pubblicato il 20 Dic, 2017

Roma, 20 dicembre 2017 – “Ce n’è abbastanza per dire che l’esperienza delle esternalizzazioni dei servizi di pulizia va chiusa, riconsegnando alle scuole i posti a suo tempo tagliati e con questi la garanzia di poter disporre per le proprie esigenze di personale interno, con tutte le garanzie che da questo discendono per la qualità del servizio e per i diritti del personale”.  Così la Segretaria Generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi che auspicava scelte chiare in tal senso nella legge di stabilità. “A questo va dato assoluta priorità, non certo ad altri interessi che invece sembrano continuamente prevalere sul resto. Una situazione intollerabile alla quale la legge di stabilità poteva almeno cominciare a porre rimedio, cosa che non sta avvenendo. Quella a cui stiamo assistendo non è certo una bella testimonianza di serietà, coerenza e coraggio” sottolinea.  
“Ci attendevamo, dalla legge di bilancio, scelte chiare in direzione del superamento di un modello che si può definire fallimentare, quello della esternalizzazione dei servizi di pulizia: non arrivano invece le risposte attese, con la sola limitatissima eccezione dei servizi affidati in provincia di Palermo. Niente invece per tutte le altre situazioni, e questo è un fatto di gravità inaudita. Come è noto, il costo dell’affidamento dei servizi a ditte esterne è stato pagato con un pesante taglio di posti in organico. Ma non c’è stato alcun ritorno in termini di efficacia e di economicità, mentre sul versante della gestione del personale, non direttamente inserito nella pianta organica dell’istituto scolastico in cui lavora, non pochi sono i problemi difficili che si pongono, a partire da quello dell’esiguità, in molti casi, del numero di addetti rispetto al fabbisogno. Altri aspetti poco edificanti sono poi venuti alla ribalta, dalla procedura di infrazione aperta dalla Comunità sulle mancate gare di appalto, alle difficoltà emerse nella gestione delle convenzioni Consip, ai rilievi mossi dall’ANAC nel marzo 2016. “Dulcis in fundo”, la notizia del rinvio a giudizio per l’appalto cosiddetto “scuole belle”, per sospetta turbativa d’asta” conclude la segretaria della Cisl Scuola. 

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