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Scuola. Gissi (Cisl Scuola): Si al rinvio di “chiamata diretta”

Pubblicato il 25 Lug, 2016

Roma, 22 luglio 2016. Non si comprende il senso di tanta ostinazione nel voler applicare a tutti i costi un meccanismo del quale si vede a occhio nudo la farraginosità, si colgono fin troppo bene gli effetti penalizzanti per il personale, costretto a una precarietà permanente, mentre rimangono del tutto misteriosi i presunti vantaggi che ne verrebbero alle scuole. Il Governo, che già col piano straordinario aveva dato una bella dimostrazione di pressapochismo, oggi rischia di fare ancora peggio, scaricando sui dirigenti e sugli uffici delle scuole una mole di lavoro incredibile, da fare in tempi che sono ormai diventati, grazie anche ai ritardi del MIUR, del tutto impraticabili. Non a caso si stanno moltiplicando in queste ore prese di posizione che individuano nel rinvio di un anno della c.d. “chiamata diretta” la soluzione più sensata e opportuna. Una richiesta, quella del rinvio, di cui già da tempo anche la Cisl Scuola e altre organizzazioni si erano fatte portatrici, senza tuttavia trovare mai alcuna disponibilità da parte del MIUR, soprattutto dai vertici politici, intransigenti nel voler portare avanti a tutti i costi un’innovazione cui evidentemente assegnano un alto valore simbolico. Ma far prevalere le pregiudiziali politiche sui problemi concreti con cui le scuole devono fare i conti non è una bella prova di capacità di governo, così come non ci si improvvisa riformatori, pensando che per esserlo basti cambiare le cose, senza preoccuparsi di cambiarle in meglio. Se chi dirige il MIUR ha ancora un briciolo di buon senso, ci pensi bene prima di sottoporre la scuola italiana a un ennesimo, inutile stress.

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