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Emilia Romagna. Modena: disappunto dei sindacati per la chiusura dello stabilimento Fonderie Cooperative Modena

Modena, 22 marzo 2017. I sindacati metalmeccanici hanno appreso dai giornali che entro il 2022 chiuderà lo stabilimento cittadino di Fonderie Cooperative di Modena. Esprimono “disappunto perché le organizzazioni sindacali, e dunque i lavoratori, sono stati totalmente esclusi e lasciati all’oscuro di questa decisione presa, a quanto pare di capire dai giornali, in una riunione tenutasi tra il sindaco, due assessori e la proprietà – affermano Paolo Brini (Fiom Cgil Modena), Carlo De Rosa (Fim Cisl Emilia Centrale) e Alberto Zanetti (Uilm Uil Modena e Reggio Emilia) – Stupore perché, non più tardi di qualche settimane fa, la proprietà stessa ci aveva illustrato un piano di sviluppo e investimenti che, da un lato, assicurava di aver già risolto i problemi di inquinamento e impatto ambientale, dall’altro avrebbe dovuto conseguentemente garantire e, se possibile, addirittura ampliare il piano occupazionale nel prossimo futuro. Preoccupazione perché, se dalla stampa si evince la perentoria certezza della chiusura dello stabilimento entro una data precisa, il 2022, non si dice nulla su quale alternativa si vuole mettere in campo per evitare che 76 lavoratori siano buttati in mezzo a una strada senza lavoro». A scanso di equivoci le organizzazioni sindacali chiariscono di ritenere giuste le richieste degli abitanti del quartiere Madonnina di veder garantita la salubrità ambientale delle proprie residenze. Pertanto non è loro intenzione opporsi per principio a un’eventuale chiusura dell’attuale sede della Fonderia. Tuttavia una tale soluzione è praticabile solo a patto che la chiusura non comporti licenziamenti, ma trasferimento dello stabilimento in un luogo consono, situato sempre all’interno del perimetro comunale di Modena. «Proprio perché una tale soluzione, se condivisa da azienda e istituzioni, non può essere messa in campo nel 2022, ma già ora, in quanto il trasferimento di una fonderia richiede tempi tecnici piuttosto lunghi, siamo a richiedere un incontro urgente con le istituzioni competenti, sia provinciali che regionali, Arpa e azienda per affrontare e risolvere il problema – dicono i sindacalisti di Fim, Fiom e Uilm – Siamo altresì a chiedere un incontro con il comitato dei residenti della Madonnina per poter condividere le loro ragioni con quelle dei lavoratori e confrontare dati in loro possesso, di cui non abbiamo mai avuto riscontro da azienda e istituzioni».

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