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Rapporto OCSEL 2016: crescono gli accordi aziendali.

Pubblicato il 4 Feb, 2017

industry 798642 1920Crescono in Italia gli accordi aziendali sottoscritti dal sindacato sulla competitivà, la qualità e la ripresa produttiva. E’ il dato che emerge dall’analisi dei circa 1000 accordi complessivi stipulati da aziende e sindacati nel 2015/2016 presenti nell’ Osservatorio della Contrattazione di 2° livello della CISL (OCSEL è il database in cui i contrattualisti della Cisl di tutta Italia stanno facendo confluire i propri dati).

Gli accordi aziendali presenti in OCSEL e stipulati dal 2009 ad oggi sono 5.720 di cui 470 nel 2015 e 525 nel 2016, per un totale nel biennio di 995 accordi. In particolare emerge che nel 2016 sono aumentati gli accordi per le riconversioni aziendali che rappresentano il 29% delle intese sul totale degli accordi con un aumento di 7 punti rispetto al 2015.
Questo, secondo la Cisl , è un dato interessante che testimonia i processi di cambiamento ed innovazione che molte aziende stanno intraprendendo per riposizionarsi in un mercato sempre più competitivo affrontando la crisi e realizzando nel contempo politiche industriali. “Nell’ultimo biennio la contrattazione di 2° livello è mutata – sottolinea il Segretario Confederale della Cisl, Gigi Petteni, commentando i dati – non è più segnata solo dalla crisi, ma anche dai nuovi processi di competitività e di ripresa che aumentano le occasioni di rilancio”.

Naturalmente uno degli istituti maggiormente contrattati in azienda continua ad essere la gestione delle crisi con una percentuale del 38% nel 2015 e 36% nel 2016 per un numero complessivo di lavoratori coinvolti pari a 179.830. A stipulare maggiormente accordi di crisi sono le aziende di grosse dimensioni cioè i Gruppi (75% nel 2015 e 76% nel 2016), la cui contrattazione è valida per tutti gli stabilimenti presenti nel territorio nazionale, seguiti dalle intese sottoscritte nelle Regioni del Nord (13 % nel 2016, 10% nel 2015) e nel Centro ( 10% nel 2016, 12% nel 2015). La bassa percentuale di produzione contrattuale nelle Regioni della macro area sud e isole (2% nel 2015 ) è dovuta principalmente al minore tessuto produttivo presente in tali territori .

Crescono nel 2016 gli accordi sulla crisi nel settore del Commercio ( dal 49% nel 2015 si passa al 51% nel 2016) e nel settore della Chimica e Affini ( dal 8% nel 2015 si passa ad un 15% nel 2016) mentre si riducono nel 2016 quelli stipulati in aziende appartenenti al settore delle Aziende di servizi (16% nel 2015, 10% nel 2016) al settore Manifatturiero (Tessile- Abbigliamento – Calzature -6% nel 2015, 4% nel 2016). • Si osserva nel 2015 una maggiore negoziazione della Cassa integrazione guadagni nelle sue tipologie (30 % ) percentuale che si quasi dimezza nel 2016 (16%). Seguono, sempre nel 2016 il ricorso alla mobilità ex legge 223/91 e 236/93 (28%) percentuale che aumenta di 3 punti rispetto al 2015 (25%). • Il ricorso al contratto di solidarietà mantiene una percentuale pressoché stabile, diminuisce di un solo punto percentuale nel 2016 (17%) rispetto all’anno precedente ( 18%). Gli accordi sulla riduzione di organici nel 2016 aumentano di due punti percentuali (7% nel 2015 , 9% nel 2016) .

L’adozione di varie forme garanzie per il mantenimento dei livelli occupazionali in aziende in crisi sono previste nell’ 3% degli accordi sulle gestioni delle “Crisi Aziendali” sia nel 2015 che nel 2016. Sempre a tutela dell’occupazione il 6% degli accordi cosiddetti difensivi ha negoziato forme di ricollocazione dei lavoratori presso altre aziende del gruppo e/o subentrate nella gestione nel 2015, minore la percentuale nel 2016 (2%). In crescita nel 2016 la percentuale ( 3% nel 2015 , 5% nel 2016) degli accordi ha negoziato forme di ricollocazione di lavoratori nel mercato del lavoro attraverso iniziative di outplacement e/o formazione strettamente finalizzate alla ricollocazione sul mercato del lavoro esterno. • In crescita – infine – nel 2016 le forme di incentivazione per l’uscita dal mercato del lavoro (quali: incentivi all’esodo (11% nel 2016 in crescita rispetto al 2015 di tre punti percentuali), mentre diminuiscono nel 2016 gli accordi che prevedono misure di accompagnamento alla pensione (3% nel 2016 in diminuzione rispetto al 2015 di 4 punti percentuali.

Roma, 4 febbraio 2017

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