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Dalla Ces un manifesto per rilanciare il modello sociale europeo

Pubblicato il 29 Mag, 2019

29 Maggio 2019 – Il Congresso della Confederazione Europea dei sindacati si è concluso a Vienna con la conferma di Luca Visentini a Segretario Generale. Riforma della governance economica e più peso alle forze che sostengono e rappresentano il lavoro: due obiettivi cardine contenuti nel manifesto di Vienna della Confederazione europea dei sindacati, che nella capitale austriaca, dal 21 al 24 maggio scorsi, ha tenuto il suo 14mo Congresso dedicato alla realizzazione di una “Europa più giusta per i lavoratori” .

Un manifesto che, come ribadito da Luca Visentini, numero uno della CES, compendia il più ampio e dettagliato Piano di azione votato dal Congresso stesso, “definisce totalmente le nostre priorità-chiave economiche e sociali: investimenti, contrattazione collettiva, dialogo sociale, uguaglianza di genere, giusta transizione verso l’economia digitale, diritti sindacali, democrazia nei luoghi di lavoro, migrazione e lotta al dumping e al precariato”. Priorità per le quali il sindacato europeo è determinato a mobilitarsi e a far sentire la propria voce.
Un messaggio forte e chiaro alle istituzioni, anche in vista delle elezioni, da un Congresso che ha visto la partecipazione di circa 600 delegati, in rappresentanza dei più di 42 milioni di membri dichiarati dalle 90 Confederazioni nazionali affiliate (provenienti da 38 Paesi) e 10 Federazioni europee, tra cui ovviamente anche la delegazione della CISL.
Per rilanciare il modello sociale europeo la CES, tra le altre rivendicazioni, chiede di inserire nei trattati Ue un Protocollo per il progresso sociale, per dare anche a lavoratori, sindacati e diritti sociali, così come alle libertà economiche, uno status primario da implementare nella legislazione e nelle politiche Ue. Perché le libertà sociali non possono essere subordinate a quelle economiche. E per questo il punto forte del manifesto prevede la riforma del semestre europeo, dell’Uem e del budget Ue, con l’obiettivo di promuovere investimenti pro labour, crescita sostenibile e una fiscalità equa e progressiva, anche grazie alla creazione di ministeri europei delle finanze e del lavoro, che cooperino in stretto contatto per la promozione di politiche di crescita e giustizia sociale. Le quali passano, evidentemente, per il rilancio di un piano straordinario di investimenti pubblici e privati per la creazione di posti di lavoro di qualità in tutti i settori economici, e di investimenti pubblici nei servizi statali e nella protezione sociale. Ciò anche nell’ottica di accompagnare le grandi transizioni
demografiche, digitali ed ambientali che si svilupperanno non solo a livello europeo ma globale.
L’altro messaggio forte della CES per il prossimo quadriennio è la pressione che continuerà a mettere su Commissione, Consiglio e Parlamento affinché sostengano e rafforzino la contrattazione collettiva in tutti gli Stati membri, ma con una prospettiva che non può più trascurare il carattere sovranazionale. Un’azione volta a riaffermare la primazia della contrattazione come via maestra per migliorare le condizioni di lavoro e contrastare le disuguaglianze. Un contrasto ai fenomeni di dumping ed una spinta a realizzare una necessaria convergenza delle condizioni di lavoro e sociali tra i paesi che richiederà ovviamente anche di altre misure di carattere sistemico a partire da una piena applicazione dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali proclamato lo scorso novembre.
Per la Cisl, ha sottolineato al riguardo il segretario generale aggiunto Luigi Sbarra, intervenuto dal palco congressuale, “il tema del lavoro e del riscatto salariale va messo al centro di uno ‘scambio’ complessivo che agisca anche sulle leve della produttività,dell’innovazione e dello sviluppo di sistema. Questo messaggio si declina oggi in una necessità di puntare sulla qualità del lavoro e sul suo valore sociale. Ed è anche per questo che va compiutamente riconosciuto, valorizzato e retribuito maggiormente”. CES e sindacati nazionali “devono lottare uniti per salari più alti, contrattazione collettiva più forte ed estesa, che generi diritti, tutele e welfare per tutti, e per dare spazio a un livello negoziale europeo che faccia fronte a un capitale sovranazionale sempre più mobile, per ridistribuire a favore dei ceti medi e popolari”.Guai ad arretrare di un millimetro, dunque, sul progetto di una comunità sociale e contrattuale. L’orizzonte è l’“Europa della giustizia sociale, dell’inclusione, dell’innovazione e della partecipazione femminile al mercato del lavoro”.
Al rafforzamento sindacale, in particolare quello europeo, è stato dedicato uno specifico documento sul futuro della CES, che sviluppa considerazioni anche sulle modalità “collaterali” di azione della Confederazione come le future campagne (ed in particolare su contrattazione e diritti dei lavoratori non standard) ma altresì di cooperazione frontaliera, cercando di migliorarne il funzionamento interno anche con l’uso delle nuove tecnologie e soprattutto di porre attenzione alle forme di comunicazione, sia interna sia esterna, per agire più efficacemente così come per meglio sensibilizzare i lavoratori. Un rafforzamento che, tuttavia, non può non coinvolgere anche il livello nazionale a fronte delle tante e differenti difficoltà che i sindacati affrontano nei vari paesi come quella ad esempio di essere riconosciuti, di svolgere le proprie attività, di contrastare misure che impattano negativamente sul contesto sociale, nella consapevolezza che non sarà certo isolandosi che si potranno risolvere problemi ma al contrario, solo integrando le forze, si potrà esprimere il potenziale della confederazione sindacale più forte al mondo, non solo numericamente ma sostenuta dall’aiuto reciproco, al fine di essere più incisivi per la realizzazione di un’Europa più giusta per i lavoratori come affermato da questo congresso.
Il congresso si è concluso con la riconferma di Luca Visentini alla guida della CES. Il segretario generale sarà affiancato da due aggiunti, l’irlandese Ester Lynch e lo svedese Per Hilmersson. La squadra sarà completata da tre segretari confederali: Lina Carr (Estonia), Isabelle Schumann (Germania) e LudovicVoet (Belgio). Alla segreteria si aggiunge un organo di presidenza. Il francese Laurent Berger, segretario generale della Cfdt, è stato eletto presidente della Ces, che lavorerà con quattro vice presidenti. Un presidente che, come ribadito dallo stesso Visentini, non cambiando le funzioni del segretario generale, rappresenta l’intero movimento e avrà un ruolo di garanzia dell’unità dell’organizzazione assieme ai i vice presidenti che contribuiranno a garantire la migliore unità e rappresentanza di tutte le regioni Ue per un progetto realmente inclusivo.

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