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Conferenza internazionale dei sindacati sul lavoro in Vaticano

Pubblicato il 4 Dic, 2017

Novembre 2017 – Si è svolta il 23 e 24 novembre presso l’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano la Conferenza internazionale delle organizzazioni sindacali sul lavorocui hanno partecipato oltre 200 rappresentanti dei sindacati di 40 paesi del mondo. Nell’ambito dell’iniziativa si è svolta la tavola rotonda sulla enciclica “Da populorum progressio a laudato si” coordinata dalla Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan che nel suo interventoha tenuto a ricordare come ci sia “un urgente bisogno di sindacato in questa fase della storia dell’Umanità, ben oltre le illusioni antidemocratiche di certa politica e delle varie forme di populismo che puntano sulla “disintermediazione” per escludere i soggetti sociali”.

“Sindacato è una bella parola, come ci ha ricordato Papa Francesco, proviene dal greco e tradotta vuol dire ‘giustizia insieme’. Ebbene: non c’è “giustizia insieme” se non è insieme agli esclusi di oggi”, ha detto la leader della Cisl che aprendo il suo intervento ha tenuto a ringraziare, a nome di tutte le organizzazioni sindacali presenti all’incontro, Papa Francesco e la Chiesa cattolica per l’attenzione rivolta nei confronti del Movimento dei lavoratori e delle lavoratrici, per le Organizzazioni sindacali, che “affrontano la grande sfida di rappresentare gli interessi delle persone, donne ed uomini in uno scenario in grande cambiamento, dove gli strumenti tradizionali che abbiamo usato fino ad oggi difficilmente corrispondono alle esigenze che pongono le veloci trasformazioni del mondo della produzione”.

A conclusione della Conferenza internazionale, Furlan ha anche commentato il messaggio  rivolto da Papa francesco ai leader del sindacato mondiale: “Un messaggio di grande valore sociale, morale e spirituale – ha detto. Uno stimolo per quanti come noi si battono contro la disoccupazione, la povertà, le diseguaglianze sociali, lo sfruttamento del lavoro. Sono molto importanti i richiami del Santo Padre a fare di più contro la disoccupazione ed il degrado sociale, a lottare per uno sviluppo economico equilibrato che tenga conto della persona, della solidarietà, della tutela dell’ambiente, in un legame tra terra, ‘tetto’ e lavoro, questioni strettamente intrecciate ed interconnesse” ha detto la leader della Cisl. “Lavoro e dignità della persona, questo è il binomio che dobbiamo saper coniugare in una società che tende alla frammentazione ed alla divisione. Il sindacato può svolgere un compito importante, come ci ha ricordato Papa Francesco, ma dobbiamo farlo tutti con grande rigore etico, trasparenza, senso della giustizia, educando le coscienze alla solidarietà ed a stili di vita che ci permettano di sfuggire all’individualismo e ad un mercato senza regole”.

“Come è scritto nel documento preparatorio di questo incontro il sindacato deve: saper guardare il mondo. E nel guardare il mondo dobbiamo essere consapevoli e capaci di vedere che la questione sociale, democratica ed ecologica sono strettamente intrecciate ed interconnesse”, ha affermato la Furlan.
“Il sindacato deve saper promuovere politiche per la sostenibilità, farsi carico dell’individuazione e della promozione di nuove competenze ambientali per i lavoratori. Lavoro e dignita’ della persona, questo e’ il binomio da coniugare. Il sindacato in una società che tende alla frammentazione ed alla divisione può svolgere un compito importante, può diventare tessuto connettivo e promuovere la coesione sociale. Dobbiamo saper coniugare un’azione insieme locale e globale. La promozione di un’economia circolare e cooperativa, le energie rinnovabili, la tutela dell’ambiente e della biodiversità, i processi di produzione e di organizzazione del lavoro sostenibili e partecipativi devono essere il nostro orizzonte. Il documento preparatorio ci invita a: rinnovare, innovare e creare. È proprio questo il cammino che dobbiamo e vogliamo intraprendere, senza fermarci solo a coloro che già rappresentiamo”, ha sottolineato la Furlan. “Sappiamo anche che abbiamo di fronte a noi la sfida, possibile e necessaria, come dirigenti e come organizzazioni, della coerenza fra la dimensione etica ed i nostri comportamenti. Sviluppare un’etica ecologica, promotrice di uno sviluppo integrale, significa costruire progressivamente una dimora, una casa comune che abbracci l’intera umanità a partire dalle periferie del mondo e della società: siano esse geografiche e/o esistenziali”.

Il documento finale della Conferenza

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