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“Ricompensare il lavoro, non la ricchezza”: alcune considerazioni sul Rapporto Oxfam

Pubblicato il 23 Gen, 2018

Gennaio 2018. E’ stato presentato a Davos  il consueto Rapporto Oxfam “Ricompensare il lavoro, non la ricchezza” che fotografa un mondo con crescenti disuguaglianze socio-economiche e che quest’anno, in particolar modo, pone l’accento sul lavoro.    

Come Cisl, ci preme sottolineare alcuni dati del Rapporto, che si trova integralmente in allegato compreso anche un interessante inserto specifico relativo alla situazione Italiana:

  • L’1% piu’ ricco della popolazione mondiale detiene piu’ ricchezza del restante 99%
  • L’82% dell’incremento della ricchezza globale, che e’ stata registrata nel 2017, e’ stata appannaggio dell’1% piu’ ricco mentre il 50% piu’ povero della popolazione mondiale non ha beneficiato di alcuna porzione di tale incremento. 
  • In Italia a metà 2017, il 20% più ricco degli italiani deteneva oltre il 66% della ricchezza nazionale netta. 
  • 7 cittadini au 10 vivono in un paese in cui la disuguaglianza e’ aumentata negli ultimi 30 anni. 
  • Nel periodo 2006-2016, il reddito nazionale disponibile lordo del 10% più povero degli italiani è diminuito del 23,1%. 
  • 2/3 della ricchezza dei piu’ facoltosi miliardi del mondo non e’ frutto del loro lavoro ma e’ ereditato o e’ frutto di rendita monopolistica ovvero il risultato di rapporti clientelari. 
  • Tra il 1980 e il 2016 circa il 27% dell’incremento del reddito globale sia stato appannaggio dell’1% piu’ ricco in termini di reddito della popolazione mondiale.

Oxfam chiede quindi alle istituzioni nazionali di porsi come obiettivo che entro il 2030 il reddito complessivo del 10% piu’ ricco non sia superiore al reddito del 40% piu’ povero e che per far questo bisogna agire su numerosi fronti, dal garantire dei salari dignitosi all’incremento della spesa per i servizi essenziali passando ovviamente ad una maggiore equita’ e progressivita’ delle politiche fiscali nazionali.
Il titolo del Rapporto, che focalizza appunto sul lavoro, riflette proprio alcune grandi cause della diseguaglianza che secondo Oxfam sono:   

  • La forsennata corsa alla riduzione del costo del lavoro che porta all’erosione delle retribuzioni;
  • La colpevole negligenza verso i diritti dei lavoratori e la drastica limitazione del loro potere di contrattazione nel mercato globale;
  • I processi di esternalizzazione lungo le filiere globali di produzione;
  • La massimizzazione ‘ad ogni costo’ degli utili d’impresa a vantaggio di emolumenti e incentivi concessi ai top-manager;
  • La forte influenza esercitata da portatori di interessi privati, capace di condizionare le politiche.
  • A questo stato di cose Oxfam pone delle proposte che vanno dal fronte del lavoro (anche salari dignitosi) a quello della tassazione e servizi pubblici.
  • Incentivare modelli imprenditoriali che adottino politiche di maggiore equità retributiva e sostengano livelli salariali dignitosi;
  • Introdurre un tetto agli stipendi dei top-manager così che il divario retributivo non superi il rapporto 20:1 ed eliminare il gap di genere;
  • Proteggere i diritti dei lavoratori specialmente delle categorie più vulnerabili: lavoratori domestici, migranti e del settore informale, in particolare garantendo loro il diritto di associazione sindacale;
  • Assicurare che i ricchi e le grandi corporation paghino la giusta quota di tasse, attraverso una maggiore progressività fiscale e misure solide di contrasto all’evasione ed elusione fiscale;
  • Aumentare la spesa pubblica per servizi come sanità, istruzione e sicurezza sociale a favore delle fasce più vulnerabili della popolazione.
 

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