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Istat. Furlan: “Calo produzione industriale. ennesimo dato negativo. Siamo drammaticamente a crescita zero”

Pubblicato il 10 Giu, 2019

 

“Siamo drammaticamente a crescita zero e questo era stato confermato anche nel Def dopo mesi di negazione da parte del governo. Chi rappresenta il lavoro e non ha l’ansia della continue elezioni – ha aggiunto – ha più volte segnalato che ordini e produzione industriale erano in flessione”. Furlan ha anche ricordato che già a dicembre Cgil, Cisl e Uil avevano fatto presente al premier “che le misure utili a sostenere la crescita non erano evidenti nelle bozze di finanziaria, ma siamo stati del tutti inascoltati dato che nella finanziaria si parla di tutto meno che di crescita. E adesso – ha ribadito – tutti i nodi stanno venendo al pettine”. “La prossima manovra finanziaria sarà apocalittica, avremo un autunno caldo molto complesso”, ha pronosticato la leader della Cisl che oggi ha parlato di una “finanziaria problematica prima di nascere”. Furlan ha ricordato i 23 miliardi necessari per sterilizzare l’aumento dell’Iva, i 10 della mancata crescita, altrettanti per finanziare Quota 100″ ed il reddito di cittadinanza, i 30 per la “Flat tax. Questo in un Paese in cui elusione ed evasione fiscale raggiungono i 150 miliardi ed altri 50 sono assorbiti dalla corruzione” Furlan ha anche parlato della situazione occupazionale. “Abbiamo già al Mise 150 vertenze aperte. Ogni giorno se ne aggiunge un’ altra. Siamo in un momento in cui la produzione industriale diminuisce dell’1,5% ed il mercato dell’auto denuncia una flessione del 17% l’anno. Ecco perché il mancato accordo di fusione fra Fca e Renault è stato una occasione sprecata. Con la fusione ci sarebbe stata la possibilità straordinaria di creare un grandissimo player internazionale in un settore strategico per la crescita davvero rilevante a livello europeo. Si è persa una occasione storica per far progredire queste tre grandi aziende alle prese da tempo con problemi simili, adducendo una serie di giustificazioni che nulla hanno a che vedere con il futuro del mercato dell’auto. Da un lato abbiamo avuto il protezionismo del governo francese, molto europeista a parole ma non a fatti, vedi anche il caso di Fincantieri”. “Dall’altro – ha aggiunto Furlan – il nostro governo non si è accorto di quello che stava avvenendo, assolutamente distratto dalla campagna elettorale. Non è così – ha concluso – che si sostiene l’industria nazionale”. La leader della Cisl ha detto di ritenere che oggi “ci sia assolutamente bisogno di unità sindacale” ma che essa debba “nascere da basso, non da un gruppo dirigente che si riunisce e distribuisce gli incarichi. E’ l’unico modo per arrivare a risultati positivi – ha aggiunto – a cominciare dai luoghi di lavoro. C’è una prateria di richiesta di presenza del sindacato in tutto ciò che è la periferia, tutto quel mondo del lavoro oggi caratterizzato da precarietà, meno tutele, meno diritti, continua incertezza. E anche – ha spiegato ancora – dalle periferie delle grandi città in cui il degrado corrisponde troppo spesso con la mancanza della presenza dello Stato a partire dai servizi”. “Dobbiamo esserci, partecipare, far crescere la speranza. Stiamo vivendo un momento – ha concluso – in cui i messaggi che emergono sono di rottura, soprattutto generazionale, con più giovani italiani che vanno all’estero per lavorare che giovani migranti che sbarcano sulle nostre coste”. Furlan ha infine ricordato la manifestazione nazionale unitaria in programma a Reggio Calabria il prossimo 22 giugno. “C’è un divario abissale fra Nord e Sud che va colmato. Questo questo paese può crescere solo se cresce tutto insieme”.

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