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Pubblico Impiego. Ganga: ” Innovazione viene dai contratti e non passa dai controlli biometrici”

Pubblicato il 8 Lug, 2019
“Allo stesso modo speriamo che possano vedere la luce i contratti della dirigenza che, ad esclusione del personale dirigente della scuola per il quale abbiamo sottoscritto il contratto nella giornata odierna, attendono da tempo la conclusione dei negoziati evitando di allungare i tempi attraverso la previsione di inopportune indennità di vacanza contrattuale.
In merito al contrasto all’assenteismo continuiamo ad essere convinti che vada evitato di alimentare un clima di sfiducia nel lavoro pubblico, costruito sugli sbagli di pochissimi, tutelando, piuttosto, il benessere organizzativo e l’immagine di chi svolge la propria attività al servizio del Paese. Siamo certi che per far funzionare al meglio la PA occorrano oltre alle misure per ridurre i tempi delle procedure concorsuali i bandi di concorso per espletare immediatamente il reclutamento.
Nelle audizioni parlamentari abbiamo espresso i nostri dubbi sul fatto che la sfida dell’innovazione nella pubblica amministrazione possa passare attraverso l’utilizzo di controlli biometrici.
Già i contratti collettivi firmati lo scorso anno prevedono misure di contenimento dei casi di abuso e la legge è già intervenuta, inasprendo le sanzioni e integrando le procedure di accertamento.
In tal senso, i sistemi di identificazione biometrica, lungi dal poter essere considerati semplicemente quale un nuovo strumento di prevenzione dell’assenteismo a garanzia dell’efficienza della PA, risultano andare molto oltre tale finalità.
Abbiamo avuto modo di far notare che il Codice della Privacy impone infatti espressamente il rispetto del principio di necessità nel trattamento dei dati in forza del quale, come più volte chiarito dallo stesso Garante, i dati personali devono essere trattati soltanto quando la finalità perseguita non possa essere raggiunta ragionevolmente con altri mezzi e soltanto nei limiti di quanto risulti indispensabile in vista di tali scopi.
Ciò posto e considerato che l’obiettivo del provvedimento è quello di implementare l’efficienza delle pubbliche amministrazioni, non è comprensibile una disposizione che, per reprimere le condotte di una minima parte che viola i doveri di servizio assentandosi in modo fraudolento, imponga indistintamente un trattamento dei dati biometrici a tutta la forza lavoro dei comparti pubblici.
Per la CISL la strada da seguire richiamava, invece, l’assunzione della responsabilità delle Istituzioni, delle Amministrazioni e delle Organizzazioni sindacali in un corretto apporto partecipativo ed è per questo che con il Ministro ci piacerebbe un franco confronto rispetto a un’idea di servizi pubblici da intendere maggiormente come investimento e leva per lo sviluppo del Paese”

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