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Svimez. Sbarra: “Numeri allarmanti. Serve un piano straordinario per il Sud”

Pubblicato il 4 Nov, 2019

Significa rilanciare già in Legge di Bilancio gli investimenti rivolti all’occupazione produttiva, a specifiche leve di sviluppo industriale, ad infrastrutture materiali e sociali indispensabili per spezzare le diseconomie e garantire a tutti i diritti di cittadinanza”. Lo afferma Luigi Sbarra, Segretario generale aggiunto della Cisl, a margine della presentazione del Rapporto Svimez.

“Al Governo, già stasera, ribadiremo tra l’altro che senza la ripartenza sociale, economica e produttiva del Sud, l’Italia non si rialza. Per questo serve un Piano straordinario per il Mezzogiorno, con al centro il lavoro, la sua qualità e stabilità, la formazione, l’innovazione. È sotto gli occhi di tutti che fino ad oggi i finanziamenti destinati alle aree deboli non sono stati sufficienti e devono aumentare”. “Si deve dare piena ed effettiva attuazione alla clausola del 34% per gli investimenti ordinari, con vincoli e verifiche da estendere al complesso del settore pubblico, a partire da Anas, Enel, Ferrovie, Poste, Eni, solo per fare alcuni esempi. Le risorse per la convergenza, siano esse nazionali o europee, devono essere aggiuntive e ben coordinate anche con una Cabina di Regia”. “Si deve ribadire, a livello europeo, l’urgenza di procedere allo scorporo della spesa per investimenti dal calcolo del Patto di Stabilità e Crescita. C’è poi il grande tema dei servizi pubblici, e in particolare della sanità e della scuola, da consolidare valorizzando e stabilizzando il lavoro e procedendo a un grande piano assunzionale. Occorre difendere il tessuto industriale e produttivo per frenare lo smantellamento di importanti realtà e sbloccare subito tante medie e piccole opere infrastrutturali che potrebbero qualificare il sistema delle comunicazioni e della mobilità e generare nuovi posti di lavoro”. “Quel che ci aspettiamo dal ‘Piano per il Sud’ è che non preveda, come troppo spesso in passato è avvenuto, una semplice ricollocazione di risorse già stanziate, ma che invece colga finalmente la sfida di trasformare le criticità in opportunità di crescita per tutti”.

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