“Bene il potenziamento dell’unità di crisi al MISE e l’avvio di un programma di incentivi a fondo perduto e ricapitalizzazione, ma va accelerato il trasferimento delle risorse– aggiunge il sindacalista -. Soprattutto, però, bisogna liberare i capitali produttivi mettere in campo misure anticicliche massicce e strutturali sulle infrastrutture materiali e logiche, su innovazione e digitalizzazione, formazione e accesso alle competenze abilitanti. Occorre potenziare le leve di Impresa 4.0, consolidare la rete delle start-up innovative, estendere la fibra ottica e la banda larga in tutte le maggiori città italiane per rilanciare i distretti industriali. Inderogabile è una forte iniezione di investimenti nella ricerca, con una cooperazione rafforzata a livello europeo fra centri di ricerca e poli di eccellenza. Si tratta di sostenere i grandi comparti strategici industriali, dall’automotive all’industria alimentare, dalla chimica alla farmaceutica, dall’informatica dalla moda ai comparti energentici, intervenendo con politiche di settore mirate, incentivi che promuovano l’internazionalizzazione e colgano anche le enormi potenzialità inespresse delle evoluzioni tecnologiche”.