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Audizione Cisl alla Camera sul Decreto rilancio. Sbarra: “Sul lavoro decreto necessario ma non sufficiente, accelerare le liquidazioni delle casse integrazioni e garantire sostegno al reddito fino a fine anno”

Pubblicato il 27 Mag, 2020

Così Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto Cisl, a margine dell’audizione in Commissione Bilancio della Camera sul Decreto Rilancio. “Importante e positivo – aggiunge –  aver prorogato e rifinanziato gli ammortizzatori, così come l’aver incluso diverse tipologie di lavoratori, tra cui colf e badanti, nel sistema delle indennità. Molto importante, tra l’altro, l’estensione della platea dei beneficiari delle indennità, come pure l’assegno familiare per i percettori del FIS e un ulteriore proroga di 90 giorni sul blocco dei licenziamenti. Fondamentale la nascita di un Fondo che andrebbe a finanziare programmi di rimodulazione dell’orario – sottolinea ancora Sbarra –, con il riferimento ad esperienze di formazione: va però dotato di risorse ben maggiori dell’esiguo finanziamento previsto e collegato a progetti definiti dalla contrattazione, in cui coinvolgere anche le realtà della bilateralità e dei fondi interprofessionali”.

“Nel Decreto non mancano lacune da colmare in sede di conversione – incalza Sbarra –. La più importante riguarda la distribuzione delle 9 settimane supplementari di Cassa integrazione: 5 dovranno essere utilizzate fino ad agosto e altre 4 tra settembre e ottobre. Un errore clamoroso: i vincoli condannano tante aziende che hanno attivato gli ammortizzatori già a fine febbraio ad esaurire le settimane aggiuntive a giugno. Le risorse per gli ammortizzatori restano poi ancora sottostimate e palesemente insufficienti ad assicurare la continuità alle prestazioni anche solo fino all’autunno sulla Cassa ordinaria e in Deroga. Lo stesso vale per i Fondi bilaterali, in particolare con il miliardo stanziato per la bilateralità artigiana e quella della somministrazione, siamo ben al di sotto anche solo della soglia minima per la copertura delle prime 9 settimane, stimata in circa 1,8 miliardi”.
“Su quantità delle risorse e finestre di utilizzabilità diciamo una cosa molto semplice: bisogna garantire piena copertura fino alla fine dell’anno.  Abbiamo apprezzato la decisione del governo di semplificare i passaggi della Cassa in Deroga, superando la doppia autorizzazione Regione-Inps, come pure la riforma che prevede l’anticipo al lavoratore da parte dell’Istituto di una quota dell’assegno. Ma il quantum del 40% è davvero irrisorio, specialmente considerando il valore medio di un assegno in deroga, che non arriva neanche a mille euro. Bisogna arrivare almeno all’80%. In linea di principio le nuove tempistiche imposte all’Inps per la liquidazione degli ammortizzatori sono molto condivisibili, ma rischiano di rimanere lettera morta considerando il tempo necessario a recepire circolari e disposizioni attuative. Inoltre manca una norma che consenta ai datori di lavoro che presentano istanza di cassa in deroga di anticipare i trattamenti ai lavoratori, come avviene per cigo ed assegno ordinario.  Per quanto riguarda le indennità, segnaliamo frammentarietà e disomogeneità delle prestazioni, con il rischio di disparità tra lavoratori. Resta poi grave la protezione negata ai tirocinanti, come pure la mancata cancellazione del balzello dello 0,5% previsto dal Decreto Dignità per i contratti a tempo determinato”, conclude Sbarra.

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