Le donne italiane continuano ad essere l’anello debole del mondo del lavoro, ad ogni livello, da quello occupazionale a quello salariale, ed è una situazione sempre più inaccettabile. Il Gender Gap Report 2019 ci dice che rispetto ad un collega uomo, a parità di lavoro, in Italia la retribuzione femminile è pari ad un mese e mezzo di salario in meno su base annua. Dal 2016 al 2018 la differenza stipendiale è sì diminuita del 2,7% ma resta comunque ampio il gap che è di 2700 euro lordi, pari al 10% in più in favore degli uomini. Dobbiamo garantire alle donne che lavorano reali politiche attive di valorizzazione e di promozione e più sviluppo professionale anche a loro che in molti momenti della vita devono conciliare il lavoro con la cura delle persone. (…) Bisognerebbe finalmente aprire un confronto su nuove misure fiscali e contributive per far costare meno l’occupazione stabile, soprattutto delle donne e dei giovani, per favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia. E riconoscere a tutte le donne madri un anno in più di contributi per ogni figlio.
“Un anno in più di contributi per le madri”, intervista ad Annamaria Furlan, ‘Il Corriere del Mezzogiorno’ del 9 Dicembre 2019



