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Acciaierie D’Italia. Benaglia e D’Alo’ (Fim Cisl): “Non accetteremo passivamente due anni di rinvio. Rilanciare produzione e occupazione”

Pubblicato il 13 Giu, 2022

Mercoledì 15 si riunisce a Taranto, dopo diverso tempo il coordinamento nazionale di Acciaierie D’Italia a valle della decisione assunta dal governo e dalla multinazionale Arcelor-Mittal di prorogare per altri due anni le attuali condizioni che vedono la costituzione di Acciaierie D’Italia.

“Per la Fim Cisl questi due anni non possono tradursi in un semplice rinvio che lascia lavoratori e sito in una situazione instabile e grave dal punto di vista produttivo e occupazionale” – dichiarano Roberto Benaglia, Segretario generale Fim Cisl e Valerio D’Alò, Segretario nazionale Fim Cisl in una nota congiunta che così prosegue:

“Dalla riunione di dopodomani abbiamo bisogno di ripartire insieme su obiettivi chiari per presentarci il 22 giugno, all’incontro convocato al MiSE su nostra richiesta, con proposte concrete.

Le cose che per noi vanno prioritariamente sbloccate riguardano innanzi tutto la realizzazione degli interventi  finanziati e promessi  dall’azienda per riportare alle piena efficienza e sicurezza  gli impianti; la produzione va portata ai 5 milioni e 700 mila tonnellate che l’azienda aveva individuato per il 2022 ma che attualmente langue.  Serve un’ inversione di tendenza, da questo punto di vista, la produzione non è stata mai così bassa in questi anni, con l’aggravante che siamo anche in una fase in cui il mercato richiede acciaio a prezzi alti.

Va diminuito l’uso degli ammortizzatori sociali che oggi gravano su tanti lavoratori e  va recuperato un accordo sindacale che governi questa vertenza migliorando le relazioni sindacali, oggi quest’ultime sono sotto ogni livello di accettabilità. Infine bisogna garantire stabilità al sistema degli appalti in termini di funzionamento e finanziamento e avere un piano che dia prospettive e certezze ai lavoratori in AS.  E’ su questi temi che affronteremo la discussione unitaria a Taranto per rilanciare fortemente la nostra azione sindacale ed evitare che questi due anni di proroga siano due anni persi. Quello che è certo, se non ci sarà un  cambiamento positivo nelle prossime settimane non accetteremo una situazione di stagnazione e temporeggiamento”.  

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