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Agroalimentare. Caporalato, Rota (Fai Cisl): “Sia priorità per prossimo governo”

Pubblicato il 2 Ago, 2022

La petizione “Mai più ghetti” firmata anche da Don Ciotti, Luigi Sbarra e parlamentari. Onofrio Rota intervistato da Agra Press: “Avanzare su salari, formazione, tempi di vita. Con gli attuali dati il contratto nazionale degli alimentaristi dovrebbe valere 184 euro al netto dei costi energetici o 291 euro se valutiamo l’inflazione complessiva”

“La petizione ‘Mai più ghetti’ su change.org ha superato le 19 mila firme. Oltre che da tanti cittadini comuni, è stata firmata anche da Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera, da Luigi Sbarra e tanti altri sindacalisti, da parlamentari, leader politici, rappresentanti delle imprese, attivisti della società civile, giornalisti, ed è destinata a crescere ancora. Ma la petizione è solo una parte di questa battaglia, è figlia della mozione con cui stiamo chiedendo ai parlamentari di impegnare il prossimo esecutivo su cose concrete e chiare: la lotta al caporalato dovrà essere prioritaria per chiunque andrà al Governo”. Lo afferma il Segretario Generale della Fai-Cisl Onofrio Rota in un’intervista pubblicata oggi dall’agenzia di stampa gra Press.

“Il fatto che ora anche il Ministero del Lavoro abbia censito gli insediamenti dove vivono i lavoratori agricoli, spesso sfruttati e privi di contratto – aggiunge il sindacalista – purtroppo conferma quello che denunciamo da tempo: dobbiamo pensare a nuove politiche migratorie, progetti per alloggi e trasporti, dobbiamo superare la politica dei ghetti, che genera solo sfruttamento e illegalità”.
Commentando la crisi di governo, Rota definisce la campagna elettorale aggressiva e confusionaria: “Sentiamo parlare molto di alleanze e poco di cose concrete, invece bisogna già guardare alla legge di bilancio. Rilanciare salari e pensioni valorizzando la contrattazione, puntare su formazione e politiche attive per creare opportunità occupazionali, specialmente per giovani e donne, realizzare gli obiettivi del Pnrr, sostenere i comparti agroalimentari e ambientali come leva di sviluppo e transizione ecologica: c’è un’agenda sociale ben conosciuta che tutta la politica dovrà gestire, speriamo con responsabilità e visione”.

Tra le sfide principali segnalate dal leader della Fai-Cisl, la contrattazione nell’industria alimentare: “Con gli attuali dati inflattivi il contratto nazionale degli alimentaristi dovrebbe valere 184 euro al netto dei costi energetici o 291 euro se valutiamo l’inflazione complessiva, e a questo andrebbe aggiunta l’Ipca prevista. Ma già con la contrattazione di secondo livello possiamo avanzare su contenuto salariale, formazione, tempi di vita. Dobbiamo costruire competenze e professionalità, garantire alla persona più tempo per la vita privata e famigliare, e tra lavoro agile e diritto alla disconnessione possiamo dare tante risposte, anche ai lavoratori in produzione, con nuovi modelli organizzativi. Anche per questo siamo soddisfatti di aver consolidato la rappresentanza nelle aziende: vogliamo che le rsu siano vere e proprie sentinelle contrattuali nelle fabbriche”.

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