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Agroalimentare. Rota (Fai Cisl) al Diario del Lavoro: “Sarà motore per la ripresa”

Pubblicato il 11 Mar, 2021

Roma, 11 marzo 2021 – “L’ agroalimentare contribuisce al nostro PIL in maniera inferiore solo al settore metalmeccanico, e può diventare una delle direttrici per il rilancio del Paese. L’agricoltura 4.0, coniugata con la sostenibilità, l’innovazione tecnologica e la formazione, deve essere uno dei pilastri del PNRR. Ora più che mai dobbiamo impegnarci per preservare la buona occupazione, e mettere i lavoratori, che per la trasformazione digitale rischiano di perdere il lavoro, nella condizione di non essere espulsi dal ciclo produttivo. È questo il compito che si deve assumere il sindacato, puntando sulla formazione e la riqualificazione professionale, e offrendo una nuova visione del Paese”. Lo afferma il Segretario Generale della Fai Cisl Onofrio Rota in un’intervista pubblicata da Il Diario del Lavoro. “La pandemia – aggiunge Rota – sta cambiando in modo radicale e permanente le nostre vite. Occorre ripensare il sistema economico e sociale in una prospettiva maggiormente inclusiva: donne e giovani devono essere al centro della nostra agenda e l’organizzazione del lavoro va totalmente rivista, sia nei luoghi sia nei tempi nei quali il lavoro è svolto. La democrazia economica, nel quale non c’è più il vecchio contrasto tra capitale e lavoro, è un altro grande tema da perseguire, che richiede un significativo cambio culturale e una partecipazione vera, con la P maiuscola”. A una domanda sulla necessità di una legge sulla misurazione della rappresentanza, il sindacalista risponde: “La misurazione della rappresentanza è un altro elemento imprescindibile per il buon funzionamento del sistema delle relazioni industriali. I contratti registrati al CNEL sono troppi, e questo genera una corsa al ribasso, riducendo le tutele per i lavoratori. Ma la contrattazione rimane la strada maestra per porre rimedio a questa situazione. Nel Patto per la Fabbrica sono indicati già tutti gli strumenti per certificare il grado di rappresentatività delle parti sociali”.

L’intervista completa è disponibile su  http://www.ildiariodellavoro.it 

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