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Appalti. Sindacati: “Si alla ripartenza dei cantieri, no alla ripartenza dello sfruttamento, del lavoro nero e delle infiltrazioni malavitose”

Pubblicato il 20 Mag, 2020

Roma, 20 maggio 2020. “Si possono migliorare ancora procedure tecniche e ridurre i tempi di attraversamento, si possono studiare modalità per ridurre il contenzioso e su questo, unitariamente, abbiamo già avanzato come Sindacato delle costruzioni le nostre proposte, ma se qualcuno pensa di approfittare della Pandemia per modificare o derogare al Codice degli Appalti e ridurre le tutele dei lavoratori, per alimentare il dumping contrattuale, per liberalizzare il sub appalto, per dequalificare il mercato e destrutturare ulteriormente le imprese facendole diventare poco più che scatole vuote, per ridurre ulteriormente le procedure aperte di gara a favore di affidamenti diretti o negoziati tra i soliti noti, con il rischio di maggiori infiltrazioni criminali, il sindacato delle costruzioni si mobiliterà in tutte le forme possibili”. Lo dichiarano i segretari generali di FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, Vito Panzarella, Franco Turri, Alessandro Genovesi, commentando le notizie di stampa sulla modifica del Codice. “La vera sfida – affermano – è qualificare le stazioni appaltanti, dotarle di risorse tecnologiche e professionali all’altezza della sfida, dopo anni di riduzione del personale e di scarsi investimenti. La vera sfida è qualificare le nostre imprese, attuare il Durc per Congruità e renderlo obbligatorio per tutti gli incentivi pubblici, introducendo la Patente a punti, facendo applicare i giusti contratti. Al Governo chiediamo serietà e coerenza: se davvero si vuole migliorare il Codice Appalti noi siamo pronti a un confronto. Noi per primi vogliamo il lavoro, ma che sia dignitoso, sicuro. Il lavoro sotto ricatto non potrà mai essere accettato”, concludono i tre segretari generali.

 

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