“Negli ultimi 20 anni il settore bancario ha perso 75mila posti di lavoro. Nel frattempo è divenuto uno dei più concentrati tra i grandi paesi europei. Nello stesso periodo, infatti, secondo l’indice di Herfindahl-Hirschman, utilizzato anche dall’Antitrust nelle sue istruttorie, la concentrazione del sistema bancario italiano è triplicata, doppiando il grado di concentrazione del sistema tedesco e distaccando nettamente quello francese. Le fusioni hanno contribuito alla continua riduzione della rete delle filiali, al punto che oggi ben 3.415 comuni, pari al 43,2% del totale, ne risultano privi. Per questo abbiamo chiesto, anche in riferimento alle operazioni straordinarie concluse positivamente per gli offerenti ed a quelle che potrebbero realizzarsi nel prossimo futuro, la sottoscrizione di un Protocollo sull’occupazione per la salvaguardia dei livelli occupazionali, la riqualificazione professionale e la tutela delle persone”. Lo ha dichiarato il segretario generale First Cisl Riccardo Colombani davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario, nel corso dell’audizione dei sindacati che si è tenuta oggi in Senato.“La concentrazione del sistema, anche a causa del multiaffidamento, è tra i motivi della contrazione del credito registratasi negli ultimi anni. Dal 2011 al 2024 lo stock dei finanziamenti erogati alle imprese non finanziarie è calato di circa 330 miliardi di euro (- 33,1%). Solo nel 2024 la flessione nei confronti delle piccole imprese è stata del 6,8%. Va rilevato inoltre che una parte significativa dei crediti concessi – ha proseguito Colombani – sono assistiti da garanzie pubbliche. Dal Rendiconto generale dello Stato della Corte dei Conti risulta che nel 2024 le garanzie ordinarie hanno registrato un balzo del 39% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 184 miliardi, che sommati ai 110 delle garanzie emergenziali portano il totale a 294 miliardi. Vista la rilevanza delle politiche pubbliche di agevolazione e incentivo alle imprese è indispensabile una profonda riflessione politica e un coinvolgimento anche delle associazioni di rappresentanza delle banche, per evitare che gli eventuali costi a loro carico si ripercuotano sui beneficiari dei crediti”.“Il Testo Unico Bancario del 1994, che ha disciplinato il passaggio da un sistema prevalentemente pubblico ad un modello privatistico basato sulla banca – impresa, ha affidato alle autorità creditizie di carattere politico, tra cui il Mef e il Cicr, al quale è attribuita l’alta vigilanza in materia di credito e tutela del risparmio, compiti di indirizzo dell’attività bancaria. L’esercizio di tali prerogative – ha concluso Colombani – appare oggi ancor più indispensabile per spingere le banche ad attuare comportamenti d’impresa socialmente responsabili”. |