“Il fenomeno della desertificazione non è affatto limitato alle aree interne. La mancanza di sportelli bancari riguarda infatti 96 comuni sopra i 5 mila abitanti. Tra questi, 12 tra 10 e 20mila e 1 sopra 20mila, mentre la presenza di un solo sportello si registra in 353 comuni sopra 5mila abitanti, 56 dei quali con una popolazione compresa tra 10 e 20 mila e 8 sopra 20 mila. Purtroppo non ci sono segnali di inversione”. Lo ha dichiarato il segretario generale First Cisl Riccardo Colombani, intervistato da Monica Setta nel corso della trasmissione Cantiere Italia su Rai Radio 1.“L’accordo siglato l’11 ottobre tra Federcasse e Anci per contrastare la desertificazione è davvero significativo, ma servirebbe che un grosso player si smarcasse dall’omologazione dei comportamenti – ha proseguito Colombani- Il trasferimento di quote di mercato avviene solo con operazioni straordinarie di acquisizione. Sarebbe molto importante registrare un’inversione di tendenza attraverso nuove aperture di sportelli da parte di qualche grande banca. UniCredit ha manifestato l’intenzione di voler presidiare i territori con la presenza fisica. Essendo rimasta fuori dal risiko avrebbe l’opportunità di lanciare un auspicabilissimo segnale in questa direzione, rompendo uno schema dannoso per il Paese”. “D’altra parte, l’attività di intermediazione creditizia è molto proficua, come attestato dallo spread del 3,29% tra tasso medio sui prestiti e tasso medio sui depositi, desumibile dai dati pubblicati da Abi con riferimento al mese di settembre. Inoltre, la futura introduzione dell’euro digitale, anziché essere considerata un problema, va vista come un’opportunità, che rende peraltro necessaria la presenza fisica delle banche. La remunerazione in beneficio degli istituti di credito, finalizzata ad assicurare il coinvolgimento di tutti i cittadini, controbilancerà i costi di adeguamento, peraltro contenuti. Di più, le banche avranno in questo modo – ha concluso Colombani – la storica opportunità di essere veicolo di civiltà, progresso e inclusione sociale”.
