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Banche. Colombani (First Cisl): “Si contributi sulle garanzie sui prestiti per ridurre l’Irpef dei lavoratori e pensionati“

Pubblicato il 6 Ott, 2025

“Le garanzie pubbliche sui prestiti bancari rappresentano un indubbio vantaggio per le banche che risparmiano capitale, in quanto le eventuali perdite sui crediti sono a carico dello Stato, chiamato a rispondere nei limiti percentuali della garanzia. Ciò consente alle banche di utilizzare il patrimonio per altri business e di distribuirlo agli azionisti. Per questo crediamo che, escludendo alcune fattispecie e definendo delle franchigie, sia possibile ragionare su un contributo da parte del sistema bancario, purché questo non si scarichi sulle imprese beneficiarie con tassi d’interesse più alti.  Sarà determinante il fattivo coinvolgimento delle associazioni di rappresentanza delle banche, con il giusto obiettivo di ridurre l’Irpef pagata da lavoratori e pensionati. Le banche ne ricaverebbero un evidente beneficio sul piano reputazionale.  Riteniamo inopportuno replicare i provvedimenti adottati negli ultimi due anni. Nel 2024 la previsione iniziale di gettito si è trasformata in un rafforzamento patrimoniale significativo, senza che questo però abbia portato ad un incremento del credito, che, anzi, ha continuato a contrarsi soprattutto per le piccole imprese. Mentre, con la legge di bilancio 2025,  alle maggiori entrate di quest’anno e del prossimo, corrisponderanno minori entrate dal 2027 al 2030, con un costo complessivamente contenuto a carico delle banche”. Lo ha affermato il segretario generale First Cisl Riccardo Colombani intervenendo su Radio Rai 1 alla trasmissione Cantiere Italia condotta da Monica Setta. 

“Le garanzie sui crediti di natura emergenziale hanno registrato un balzo tra 2019 e 2020, nel periodo segnato dall’emergenza Covid. Queste misure hanno consentito all’Italia di evitare il collasso economico. Nel 2024 il loro volume è calato, attestandosi a 110 miliardi euro, ma abbiamo assistito ad aumento del 39% delle garanzie ordinarie, che a fine anno ammontavano a 184 miliardi. Un eventuale contributo delle banche riguardo alle garanzie pubbliche renderebbe necessaria un’attività di indirizzo e monitoraggio da parte del Mef e del Cicr, per evitare che il maggior onere venga trasferito a famiglie e imprese attraverso un peggioramento delle condizioni sui rapporti bancari”