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Carceri. Vespia (Fns Cisl): “Chiediamo sostegno a cittadinanza e media su aggressioni polizia penitenziaria. Ormai un bollettino di guerra quotidiano”

Pubblicato il 27 Lug, 2022



“Ormai nelle nostre carceri registriamo un vero e proprio bollettino di guerra, con una media di almeno 3 aggressioni violente al giorno ai danni del personale di polizia penitenziaria: dall’inizio dell’anno siamo a 700 eventi critici gravi, una situazione, questa, inaccettabile e completamente sfuggita di mano al Ministero della Giustizia ed all’Amministrazione Penitenziaria”. Lo dichiara in una nota il segretario generale della Fns Cisl, Massimo Vespia. “L’ultimo episodio si è registrato ieri sera nel penitenziario di Noto, in Sicilia, dove alcuni detenuti immotivatamente hanno aggredito e costretto alle cure sanitarie 4 poliziotti penitenziari. Una violenza estrema quella subita dai colleghi: la sola vista delle divise insanguinate lascia sgomenti ed arrabbiati. Come Fns Cisl non siamo più disposti ad assistere a questo stato di totale insicurezza nel quale versa il personale, costretto a subire sulla propria pelle il degrado in cui vive tutto il sistema penitenziario. È indubbio che le strutture siano insufficienti, che gli spazi costringano a pericolose promiscuità di convivenza una popolazione detenuta sempre più insofferente anch’essa di questa condizione. Ma il problema non può e non deve essere confinato solo dentro le mura degli istituti penitenziari: dignità e sicurezza sono valori unici che valgono fuori dalle carceri come al loro interno. Siamo stancati di urlare e protestare solo con l’Amministrazione penitenziaria, che, come i suoi dipendenti, come i poliziotti penitenziari, è probabilmente vittima del totale disinteresse della politica, delle Istituzioni e dei media. Sindaci, Prefetti, Autorità Giudiziarie intervengano per salvaguardare e tutelare detenuti e personale. Basta ignorare un sistema penitenziario così ridotto. E un appello lo rivolgiamo anche alla cittadinanza cui chiediamo sostegno e vicinanza, così come speriamo che i media possano rappresentare al meglio quanto da noi quotidianamente denunciato: lo dobbiamo alle donne ed agli uomini in divisa chiamati a difendere la nostra comunità ma non a discapito della vita”.

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