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Commercio. Guarini (Fisascat Cisl): “Le aziende diano in dotazione ai lavoratori le mascherine FFP2”

Pubblicato il 20 Gen, 2022
«Le lavoratrici e i lavoratori del commercio meritano più rispetto. Molti datori di lavoro, pur essendo consci del fatto che presso le attività commerciali, soprattutto quelle di vendita di generi alimentari attualmente escluse dalla normativa sulla presentazione del green pass, dal controllo della temperatura o ai contingentamenti previsti per l’accesso della clientela, rifiutano di mettere a disposizione del personale dipendente le mascherine FFP2 ostinandosi a distribuire le sole mascherine chirurgiche». Così segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini lancia l’allarme per gli addetti delle attività commerciali esposti alla recrudescenza dei contagi a causa delle varianti Omicron e Delta.
«Le aziende diano in dotazione ai lavoratori le mascherine FFP2, il Governo concorra ad abbattere il costo sostenuto per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale dalle attività di impresa in cui il lavoratore è a stretto contratto con la clientela, tra cui il commercio» suggerisce il sindacalista sottolineando che «le lavoratrici ed i lavoratori delle attività commerciali stanno subendo in maniera significativa un grave colpo da parte della pandemia». «La situazione che ci viene quotidianamente riferita dalle nostre delegati e delegati sindacali all’interno dei punti di vendita è un bollettino di guerra e numerose sono le assenze a seguito dei contagi. Organici ridotti all’osso, difficoltà nel reperire personale in somministrazione rendono ormai il lavoro nel commercio sempre più problematico» ha stigmatizzato il sindacalista.
«Se a questo stato aggiungiamo che il Governo non ha rifinanziato la copertura economica per i periodi di assenza per quarantena e che di fatto i lavoratori fragili non possono contare sulla proroga di una normativa di sostegno – ha evidenziato – ecco che ci si presenta davanti agli occhi la tempesta perfetta».
«Si comprenderà ancor di più la gravità di una situazione che rischia di colpire definitivamente un comparto che ha garantito, durante l’intero periodo di questa lunga pandemia, servizi alla clientela come neanche strutture pubbliche hanno fatto nei confronti dell’utenza» ha poi sottolineato. «E’ in ballo la salute di chi lavora all’interno dei negozi e delle loro famiglie, il loro grido di allarme è anche nostro. Ci aspettiamo dall’Esecutivo una risposta coerente e proporzionata allo stato di bisogno di milioni di addetti» ha concluso il sindacalista.

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