Roma, 19 marzo 2020 – “I cantieri possono tranquillamente fermarsi qualche settimana. Siamo alle prese con una crisi del settore lunga 12 anni, e ci sono opere ferme da tempo immemorabile. Poche settimane, inoltre, sono niente in confronto ai tempi di realizzazione di una grande opera, che sappiamo essere, in media, di 15 anni. Ora la priorità è la salute dei lavoratori, che nei cantieri è davvero molto difficile garantire sia per la peculiarità del lavoro che per la mancanza dei dispositivi”. Lo dichiara Franco Turri, segretario generale Filca Cisl. “È bene ricordare – spiega – che anche ai lavoratori edili viene riconosciuta una tutela economica in caso di blocco dell’attività. Per evitare ripercussioni dallo stop nei cantieri è bene però che le stazioni appaltanti non richiedano i danni per i ritardi nell’esecuzione dei lavori, che il Governo conceda subito la causa di forza maggiore, e che l’Inps e le Regioni si attivino per far fronte alla ingente mole di richieste di Cassa integrazione. Su quest’ultimo punto è bene essere chiari: non potranno esserci ritardi, non accetteremo che possano esserci lavoratori edili senza salario e senza ammortizzatori sociali. Si proceda subito a snellire l’iter e a indicare tutte le procedure per una gestione rapida delle pratiche. Infine – conclude il segretario generale della Filca – una considerazione: se davvero qualche imprenditore edile fosse riuscito a procurarsi mascherina, tuta, guanti, rinunci ugualmente all’attività nel suo cantiere e consegni i mezzi di protezione ai tanti lavoratori che in questo momento stanno lottando senza sosta nelle prime linee, spesso senza protezioni adeguate e in qualche caso rimettendoci la salute, se non addirittura la vita”.