“È necessario il lavoro sinergico di tutte le parti sociali per colmare una lacuna che rende il territorio di Trento fanalino di coda in Italia: l’assenza degli Rlst, i rappresentanti per la sicurezza sul territorio, previsi dal Testo Unico e dal Contratto nazionale dell’edilizia e mai istituiti. E questo mentre aumentano in modo preoccupante gli incidenti sul lavoro: 800 complessivi nel 2022, 900 nel 2023, 600 solo nei primi sei mesi del 2024, e l’edilizia rappresenta il settore con il numero più alto anche di infortuni mortali. L’occasione per rimediare è la chiusura delle trattative per il rinnovo del 2° livello di contrattazione, ormai scaduto da tempo”. Lo ha dichiarato il segretario generale della Filca-Cisl Trentino, Salvatore Teresi, a margine del Congresso della categoria che lo ha visto confermato alla guida della struttura. La Filca del Trentino conta 2.764 iscritti, con un aumento di di oltre il 16% rispetto al 2023. Ai lavori hanno partecipato la segretaria nazionale della Filca-Cisl, Cristina Raghitta, e il segretario generale della Cisl territoriale, Michele Bezzi. Il Congresso ha rappresentato l’occasione per fare il punto sullo stato di salute delle costruzioni nella provincia: “Giudichiamo positivamente l’investimento della Provincia pari a 100 milioni per il ripopolamento Borghi – ha dichiarato Teresi – e i 5 milioni stanziati per abbattere gli interessi sui mutui per la casa. Ma non basta: in edilizia il 56% dei lavoratori è straniero, servono una vera politica della casa a costi calmierati e affitti accessibili che tengano conto dei salari percepiti. Sul territorio, inoltre, quasi la metà dei lavoratori complessivi arriva da fuori provincia, la conferma della carenza di manodopera sul territorio. Dobbiamo formare e investire su chi vede nel territorio del Trentino un occasione di futuro per sé e le proprie famiglie, per evitare lo spopolamento e per rispondere a quella carenza di lavoratori di cui le imprese hanno bisogno. Una delle priorità resta la messa in sicurezza del territorio: fino al 2022 – ha ricordato il segretario generale della Filca Trentino – in Trentino gli eventi estremi erano stati 30 in 6 anni, una media di 5 all’anno. Nel 2023 sono stati ben 9, quasi il doppio. I 26 milioni spesi tra il 2018 e il 2023 non bastano, occorre investire sulla messa in sicurezza in previsione dei cambiamenti climatici, ormai irreversibili”. Infine la rigenerazione urbana: “lo sviluppo urbano integrato consente di rompere l’isolamento dei piccoli comuni e di valorizzare il rapporto costruito/ambiente attraverso 4 direttrici: uso consapevole del suolo, riuso e riqualificazione, efficientamento energetico, messa in sicurezza del territorio”, ha concluso Salvatore Teresi.