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Ex Auchan. Dell’Orefice (Fisascat Cisl): “Concluso il confronto sulla ristrutturazione ex auchan con incentivi all’esodo volontario, cigs e bonus aziendale per ricollocazioni”

Pubblicato il 8 Apr, 2020
 
Roma, 8 aprile 2020.  Incentivi all’esodo volontario per i dipendenti di sede  e per il personale della rete commerciale ex Auchan attualmente alle dipendenze di Margherita Distribuzione SpA, ricorso alla Cigs per crisi aziendale dal 6 aprile 2020 al 31 dicembre 2020 per gli 8.036 dipendenti della rete commerciale ed accordo sulle ricollocazioni che si andrà ad affiancare al “bonus ricollocazione” di 5.000 € (pagati da Margherita Distribuzione) per ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato da terzi. Sono i punti salienti delle intese raggiunte sia in sede ministeriale che in ambito sindacale fra i vertici della società sottoposta alla direzione ed al coordinamento di BDC Italia SpA e la Fisascat Cisl.
L’incentivo all’esodo volontario – che grazie all’intesa sindacale sottoscritta da Fisascat Cisl non potrà essere inferiore ai 26mila euro per i livelli V e VI della rete commerciale ed ai 34mila euro per il III ed il IV livello delle sedi – sarà riconosciuto in misura percentuale variabile con un decalage che scatterà dall’inizio del mese di luglio. L’importo – che verrà riproporzionato all’orario di lavoro per i part-time – in forza di una clausola di garanzia voluta dalla Fisascat Cisl, in ogni caso, non potrà essere inferiore ai 16mila euro per i part-time della rete di vendita.
Le modalità ed i tempi di utilizzo della Cgis saranno inoltre oggetto di programmazione e confronto al livello territoriale così come saranno oggetto di verifica su base trimestrale gli impatti del ricorso al sostegno al reddito. Il sostegno economico alla ricollocazione viene previsto per l’importo complessivo massimo a carico di Margherita Distribuzione pari a 5mila euro coinvolto nel percorso di ricollocazione; la dote di ricollocazione sarà riconosciuta anche al lavoratore che non aderirà alla mobilità non oppositiva in aggiunta alle spettanze connesse alla risoluzione del rapporto di lavoro. Tale sostegno alla ricollocazione, per importo (5.000 euro per ciascun lavoratore, sia esso full time o part-time, quadro o VI livello), caratteristiche (se non dovesse andare a buon fine la ricollocazione, i soldi vanno ai lavoratori non ricollocati) e natura (vengono incentivate solo le ricollocazioni a tempo indeterminato), «non ha precedenti in negoziati analoghi e fa fare un salto di qualità al livello complessivo della vertenza perchè oltre agli incentivi è stata condivisa da chi ha sottoscritto le intese ~a necessità di dare anche risposte in termini di politiche attive del lavoro ad una vicenda aziendale fra le più complicate mai vissute nell’ambito della grande distribuzione organizzata italiana» ha sottolineato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice.
«Rispetto alla prospettata gestione unilaterale dell’azienda le intese raggiunte da Margherita Distribuzione e Fisascat Cisl offrono maggiori garanzie per le lavoratrici ed i lavoratori» ha aggiunto il sindacalista evidenziando che «la categoria cislina, a differenza di chi finora non si è riconosciuto negli accordi sottoscritti in sede sindacale, ritiene che il miglior servizio che si potesse rendere alle lavoratici ed ai lavoratori coinvolti in tale delicato processo di trasformazione sia societaria che commerciale stia proprio nell’aver introdotto un limite alla discrezionalità dell’impresa su aspetti significativi per la vita delle persone che lavorano in Margherita Distribuzione».
«Per questo motivo – ha rimarcato Dell’Orefice – non abbiamo ricercato un ripiego opportunistico nella logica deresponsabilizzante del “tanto peggio tanto meglio”, ma ci siamo assunti la responsabilità di condividere un accordo comunque onorevole per i lavoratori e che porta anche cose nuove ed importanti in termini di politiche attive sostenute con risorse messe a disposizione dall’azienda e che mai prima d’ora sono state utilizzate nella grande distribuzione organizzata italiana».
«L’estrema complessità di una vertenza che assurge quasi a metafora del cambiamento di un settore, tante e tali sono le trasformazioni che la stessa contiene, dall’abbandono della una multinazionale francese all’’ulteriore affermazione e consolidamento della distribuzione associata – ha aggiunto Dell’Orefice – impone a tutti, nessuno escluso, un supplemento di riflessione». «La Fisascat Cisl in questa vertenza come in altre circostanze – ha concluso il sindacalista – non ha mai aspirato all’autosufficienza, come non ha cercato di connotarsi in contrapposizione a qualcuno, ma ha sempre e con costanza cercato di essere propositiva e costruttiva, senza rinunciare mai ad esprimere il proprio dissenso per le cose che non l’hanno convinta. Questo continueremo a fare».
 
 

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