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Flussi migratori. Rota (Fai Cisl): “In agricoltura 200mila i lavoratori immigrati irregolari, sanare questa situazione”

Pubblicato il 1 Lug, 2025

“Da tempo ribadiamo come il sistema dei flussi migratori andrebbe superato, o almeno governato in modo più efficace e sicuro. Secondo il report della campagna “Ero Straniero” lo scorso anno meno del 10% delle quote disponibili si sono trasformate realmente in impieghi e permessi di soggiorno. Ecco perché in più sedi abbiamo chiesto un nuovo sistema di ingressi per i lavoratori extra-Ue e una redistribuzione della catena del valore. Per noi, la logica dei decreti flussi andrebbe superata con un permesso di soggiorno per attesa occupazione, favorendo un’immigrazione legale che sia realmente connessa ai fabbisogni del mercato del lavoro. In agricoltura si stimano oltre 200 mila lavoratori immigrati attualmente irregolari nel nostro Paese, proprio a causa di permessi scaduti e mai rinnovati, ed è doveroso garantire a queste persone dignità, tutele, diritti e doveri”.
Questo il commento del Segretario Generale Fai-Cisl Onofrio Rota all’approvazione in esame preliminare, da parte del Consiglio dei Ministri, del decreto relativo ai flussi migratori per il triennio 2026-2028, che prevede l’ingresso di circa 500mila lavoratori stranieri, 165mila all’anno. Per il lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico sono previsti circa 267mila ingressi nel triennio.
“L’inverno demografico è destinato ad aggravarsi e negli anni futuri mancheranno milioni di persone in età attiva: solo il settore agricolo, che ora occupa circa 360 mila lavoratori immigrati, entro il 2030 ne vedrà impegnati oltre 500 mila. Qualche passo avanti è stato fatto – prosegue Rota – bisogna incentivare la collaborazione con i Paesi d’origine, con veri protocolli come quelli sperimentati dalla Spagna, aumentare la formazione e l’acquisizione di competenze. Leggiamo con interesse la volontà di superare lo strumento del Click Day, metodo inadeguato come sosteniamo da tempo e come fatto presente al Governo: molto meglio sarebbe coinvolgere gli enti bilaterali agricoli territoriali per incrociare domanda e offerta di manodopera e le parti sociali per garantire tutele, contratti e sicurezza”.
“Per un confronto serio su questi temi torniamo a chiedere ai Ministri Calderone e Lollobrigida di convocare il tavolo interministeriale contro lo sfruttamento e il caporalato avviato un anno fa all’indomani della morte di Satnam Singh. Solo con un dialogo e un confronto costante e costruttivo – conclude il leader della Fai Cisl – potremo trovare soluzioni e percorsi concreti ed efficaci per un vero lavoro dignitoso e di qualità, che fa bene ai lavoratori, alle imprese e a tutto il Paese”.

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