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Industria alimentare. Rota (Fai Cisl): “Avanzare su salari, formazione, tempi di vita”

Pubblicato il 1 Ago, 2022

“Il settore alimentare ha recuperato le perdite indotte dalla pandemia, la prossima trattativa contrattuale avverrà in un contesto molto diverso. Con l’ultimo rinnovo abbiamo ottenuto miglioramenti su welfare, lavoro agile, formazione, e un aumento salariale appropriato, che in base all’Ipca è stato del +5,5, con 119 euro a regime. Ora stiamo facendo nuove proiezioni: oggi il contratto nazionale degli alimentaristi dovrebbe valere 184 euro al netto dei costi energetici o 291 euro se valutiamo l’inflazione complessiva, e a questo andrebbe aggiunta l’Ipca prevista”.  Lo afferma il Segretario Generale della Fai-Cisl Onofrio Rota in un’intervista al quotidiano Avvenire. “Ovviamente non ci fermeremo solo ai livelli retributivi, l’obiettivo è anche quello di dare un maggiore riconoscimento delle professionalità, e nel frattempo – aggiunge il sindacalista – stiamo lavorando alla contrattazione di secondo livello. Nell’industria alimentare i lavoratori hanno bisogno di avanzare soprattutto su tre fronti: contenuto salariale, formazione, tempi di vita. Tra lavoro agile e diritto alla disconnessione possiamo dare tante risposte, anche ai lavoratori in produzione, con nuovi modelli organizzativi”.  Rispetto alle aspettative sulle controparti afferma Rota: “Le organizzazioni dei lavoratori sono state sempre propositive e disponibili, il negoziato aveva avuto alti e bassi soprattutto perché per Federalimentare è stato difficile coordinare tutte le associazioni di settore: alcune si sono dimostrate all’altezza dei cambiamenti da affrontare, altre sono in ritardo. Ma il settore vanta relazioni industriali positive, per molti aspetti anche innovative e coraggiose, che ora devono puntare a una maggiore partecipazione attiva delle parti sociali”. L’industria di trasformazione alimentare e bevande, emerge dall’intervista, con un valore aggiunto di 30 miliardi di euro e un fatturato di 155 miliardi, e con 65 mila imprese e 480 mila addetti, è diventata la seconda manifattura del Paese. “Realizzare gli obiettivi del Pnrr, sostenere i comparti agroalimentari e ambientali come leva della transizione ecologica – commenta Rota rispetto alla crisi di governo – sono punti di un’agenda sociale che la politica dovrà gestire con responsabilità e capacità di visione”. 

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