“Il crollo dei salari reali in Italia, certificato ieri dall’Ocse, è anche l’effetto diretto dei continui ritardi nel rinnovo dei contratti collettivi nazionali. Il nostro Paese è l’unico tra le grandi economie industrializzate a segnare una perdita così netta di potere d’acquisto: la causa è sotto gli occhi di tutti”. Lo afferma in una nota la Fit-Cisl, che punta il dito contro “il mancato rispetto dell’Accordo Interconfederale del 15 aprile 2009, che fissa in tre anni la durata dei contratti”.
“Emblematico il caso del CCNL Trasporto Aereo – Sezione Gestori Aeroportuali –si legge ancora nella nota– rinnovato con validità cinquennale (2023-2027) dopo una scadenza nel dicembre 2022. La Fit-Cisl ha scelto di non firmare quell’intesa perché prevede aumenti tardivi e insufficienti, il primo dei quali scatterà solo nel 2025, tre anni dopo l’ultimo incremento salariale (luglio 2022)”.
“Scelte come quella di Assaeroporti e Aeroporti 2030, che spingono per chiudere contratti al ribasso e fuori tempo massimo, sono tra le vere cause del declino salariale italiano. È urgente riaprire il confronto per correggere le storture e riconoscere pienamente i diritti economici e contrattuali dei lavoratori aeroportuali” conclude la Fit-Cisl.