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Lavoro. Fit-Cisl: “Urgente rinnovare contratto servizi ambientali. Settore strategico investito dal Pnrr. Interessati 100 mila addetti”

Pubblicato il 13 Mag, 2022

“Oltre 100 mila addetti dei servizi ambientali, equamente divisi tra pubblico e privato, stanno attendendo da quasi tre anni il rinnovo del contratto collettivo di settore. Non c’è nessuna spiegazione che giustifichi un tale ritardo”. È quanto emerso a margine della riunione della Commissione Tecnica dei Servizi Ambientali della Fit-Cisl, oltre al fatto che: “A fronte di uno sciopero già fatto lo scorso 8 novembre, per sollecitare la soluzione della vertenza, e di una ulteriore proclamazione di astensione dal lavoro indetta per il prossimo 20 giugno, ancora oggi non esistono elementi significativi per ipotizzare la condivisione di un accordo con le associazioni datoriali Utilitalia per la parte pubblica, Confindustria Cisambiente e Fise/Assoambiente per quella privata, insieme alle tre centrali cooperative, Agci, Confcooperative e Legacoop. Le parti datoriali infatti non danno alcun segno di voler cambiare rotta. Questa situazione è tanto più grave se si considera che le lavoratrici e i lavoratori dei servizi ambientali hanno atteso pazientemente che passasse la fase più acuta della pandemia per rivendicare i loro diritti, senza mai fermarsi, svolgendo il loro lavoro diventato ancora più delicato e per certi versi più rischioso con l’emergenza sanitaria.A peggiorare ulteriormente la situazione è l’impennata dei prezzi dei generi di prima necessità come gas, benzina, generi alimentari. Confidiamo in una soluzione in tempi brevissimi della vertenza che non potrà non tenere conto della mutata situazione economica del Paese”. “Inoltre  – concludono dalla Federazione Cislina – chiediamo : il rafforzamento delle relazioni industriali attraverso un sistema maggiormente partecipativo del lavoro; il miglioramento delle condizioni di lavoro per tutelare la salute degli operatori; l’applicazione delle previsioni contrattuali in materia di mercato di lavoro e dei processi di formazione continua; il miglioramento in maniera armonica della classificazione del personale; il perfezionamento degli articoli contrattuali relativi ai lavoratori degli impianti; esigibilità contrattuale della clausola sociale; accordo economico che non tenga conto solo delle percentuali inflattive e che sviluppi maggiormente il welfare contrattuale e le varie indennità”.

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