“Le misure a sostegno del lavoro e delle imprese rappresentano un elemento positivo, pur davanti ad un giudizio articolato della manovra, e sono il risultato di un confronto importante con le parti sociali. Però è fondamentale che questi interventi contribuiscano a costruire filiere più eque e sostenibili per una reale crescita della redditività e dei salari e un concreto presidio di lavoro regolare, salute e sicurezza, affinché lavoratrici e lavoratori non restino l’anello debole della catena del valore lungo le filiere agroalimentari”.
Così il reggente della Fai Cisl nazionale, Antonio Castellucci, commenta l’approvazione definitiva alla Camera della Legge di Bilancio 2026, passata con 216 sì, 126 no e 3 astenuti,
“La detassazione degli accordi di produttività, i sostegni alla redistribuzione degli utili d’impresa attraverso la partecipazione dei lavoratori e la contrattazione decentrata, il rinvio della sugar e della plastic tax, l’esenzione Irpef per i redditi dominicali e agrari, le agevolazioni sul gasolio e la proroga del credito d’imposta per la Zes unica agricola – prosegue Castellucci – sono misure positive se sapranno tradursi in lavoro dignitoso e di qualità per le categorie coinvolte”. Permangono invece criticità sulla disciplina speciale che rende strutturali i contratti fino a 45 giornate annue: “La contrattazione agricola nazionale e provinciale – afferma Castellucci – offre già strumenti di flessibilità alle imprese, è quindi prioritario aprire un confronto serio per valorizzare gli enti bilaterali territoriali nel mercato del lavoro e nella formazione, così da rispondere alla carenza di manodopera e favorire professionalità sempre più qualificate, soprattutto tra i giovani. Occorrono regole stringenti, controlli efficaci e un necessario raccordo con la contrattazione collettiva, perché questa tipologia di flessibilità non deve trasformarsi in precarietà strutturale. Per la Fai Cisl, ribadiamo, ogni strumento di flessibilità deve essere regolato dalla contrattazione tra le parti. Questa è una manovra che rappresenta decisamente una base di confronto, ma non una svolta. L’agroalimentare non è solo produzione e competitività, è lavoro, diritti, sicurezza, legalità e sviluppo dei territori a partire dalle aree interne del Paese”.
“Saremo al fianco della Cisl – conclude Castellucci – per promuovere un Patto della responsabilità che metta al centro lavoratrici, lavoratori e qualità del lavoro, attraverso un confronto costante con il Governo fondato su partecipazione e corresponsabilità. Per la Fai questo significa anche dare piena attuazione a quanto ottenuto al Tavolo anticaporalato e a quanto proposto per la pesca, a partire da integrazioni al reddito realmente esigibili e da un ammortizzatore sociale strutturale. Servono interventi più incisivi sulle fasce fragili della società, che includono molti lavoratori dei settori agroalimentari e ambientali: in questo senso è sbagliato ridurre, anziché ampliare, i sostegni per l’anticipo pensionistico nei lavori usuranti”.


