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Metalmeccanici. Fim Cisl: Acciaierie D’Italia. Situazione di totale incertezza, Parlamento e Governo forzino la mano nei confronti di ArcelorMittal per rilancio industriale e occupazionale 

Si è da poco conclusa presso la Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati l’audizione di Fim, Fiom, Uilm sulle prospettive industriali del sito siderurgico di Taranto.

Intervenendo il Segretario generale della Fim Cisl Roberto Benaglia ha sottolineato come la giornata di oggi sia esemplificativa della criticità e della totale incertezza che pesa sui lavoratori sulla città di Taranto e sulla siderurgia italiana rispetto a questa vertenza che non può più essere tenuta in queste condizioni. Siamo davanti ad un vuoto pericoloso, – ha detto Benaglia – il rischio è quello di perdere il principale polo siderurgico primario d’Europa con conseguenze sull’occupazione, sull’indotto, sulla filiera diretta degli altri stabilimenti e su una serie di attività connesse che non possiamo accettare passivamente. Una situazione di incertezza che per il leader delle tute blu della Cisl – va assolutamente governata. Speriamo -dice- che questa audizione, possa servire affinché il Palamento si esprima perché non si perda questo importante patrimonio industriale e occupazionale.  In questa vertenza – ha poi continuato Benaglia – vi è un’incertezza nella gestione da parte del Governo e una irresponsabilità, a nostro parere, della multinazionale franco-indiana Arcelor-Mittal che continua a non rispondere alle sue responsabilità industriali, di investimenti e occupazione. Nel 2023 lo Stato italiano – ricorda Benaglia- ha versato 680 milioni nel mese di gennaio, con la prospettiva concordata con il sindacato di rilanciare una serie di impegni e investimenti, si sta invece dimostrando l’anno più critico, non solo sul piano produttivo, ma anche della mancanza di investimenti, di gestione e della insicurezza sul lavoro, mentre all’orizzonte non c’è più neanche il progetto di decabonizzazione.  Per quanto ci riguarda – sottolinea – esprimiamo un no al fatto che l’attività possa essere fermata o liquidata come pure, un eventuale provvedimento come l’amministrazione straordinaria, assunta in passato, ma che oggi provocherebbe un‘ecatombe nelle aziende dell’indotto. Pensiamo anche che sia negativo introdurre risorse a pioggia a carico dello Stato per prendere tempo, non esiste – dice Benaglia – in nessuna parte del mondo in cui lo Stato paga e il socio privato che ha la maggioranza non corrisponde alle sue responsabilità e sta alla finestra. Chiediamo per questo che il Governo assuma nei prossimi giorni un’azione che forzi la mano alla multinazionale e che ci sia trasparenza nei confronti dei lavoratori e del ruolo del sindacato. Il tavolo che abbiamo conquistato a Palazzo Chigi deve essere un tavolo aggiornato in cui il memorandum che è stato sottoscritto che non rappresenta l’accordo vada nella giusta direzione del rilancio, infine – conclude – chiediamo che ci sia da parte del Palamento e del Governo una grande attenzione di salvataggio e al rilancio produttivo e occupazionale del sito, se poi servono degli ammortizzatori questo deve avvenire solo successivamente a precisi impegni di rilancio. L’assemblea dei soci prevista per domani non dovrà essere un ulteriore dilazione dei tempi ma Arcelor Mittal dovrà chiarire in modo chiaro e definitivo la sua volontà ad essere parte attiva degli investimenti o meno.Una nostra delegazione sarà in presidio proprio domani a Milano, per ribadire la necessità di far presto a decidere quale direzione dare alla vertenza della Ex Ilva.

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