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Metalmeccanici. Graziani (Cisl) e Uliano (Fim Cisl): “Fondo Auto. Serve incrementare la dotazione per finanziare la reindustrializzazione e costituire un comitato tecnico per indirizzare i finanziamenti”

Pubblicato il 29 Mar, 2022

Si è da poco concluso al Ministero dello Sviluppo Economico l’incontro sul tavolo automotive alla presenza del viceministro Pichetto. 

“Abbiamo valutato positivamente lo stanziamento di 8,7 miliardi per il settore dell’automotive da qui al 2030, ma pensiamo che sia indispensabile slegarlo dagli incentivi all’acquisto delle autovetture sostenibili per garantire così, le risorse necessarie al processo di reindustrializzazione e accompagnare il processo di trasformazione che è in corso a partire dagli impatti occupazionali generati dal cambio delle motorizzazioni.

Le stime delle case automobiliste sostengono che la parificazione dei costi tra autovetture elettriche e quelle a motore endotermico si raggiungerà tecnologicamente tra non meno di 4 anni. Per questo non possiamo permetterci che nei prossimi anni venga prosciugata la dotazione necessaria per il processo di reindustrializzazione.

Durante l’incontro abbiamo ribadito l’importanza di un costituire un“comitato tecnico” per indirizzare le risorse necessarie al settore: sia per la ricerca e sviluppo che per la produzione. 

E’ prioritario accompagnare la transizione in atto con una politica industriale capace di sviluppare nel nostro Paese la filiera necessaria alla mobilità del futuro, dalla componentistica, ai semiconduttori, alle batterie, ai componenti elettronici necessari allo sviluppo della digitalizzazione, della connettività e della guida autonoma. 

Il viceministro Pichetto ha condiviso la proposta di definire un comitato tecnico per indirizzare le risorse stanziate per il settore e questo è molto importante.

Ora è fondamentale capire quali risorse che verranno indirizzate per la formazione necessarie a gestire il cambio delle competenze professionali a cui però,  vanno sommate quelle necessarie a rafforzare gli ammortizzatori sociali indirizzandoli alla transizione, questo al fine di evitare i gravissimi impatti occupazionali che si possono generare. 

Le ricadute occupazionali  legate alle nuove motorizzazioni sono stimate direttamente nella componentistica per  circa 75.000 lavoratori; ma se guardiamo all’impatto negli altri settori questo numero è maggiore di tre o quattro volte. 

Nell’immediato poi, sarebbe importante neutralizzare il contattore sulla CIGO per i fermi produttivi generati dai semiconduttori.

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