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Metalmeccanici. Nobis (Fim Cisl): “Elettrodomestici urgente riconvocare il tavolo ministeriale. In soffitta anche il marchio storico Candy”


Di ieri la comunicazione di Haier-Candy di lasciare la storica produzione di lavatrici che trasferirà all’estero, prevista una reindustrializzazione nello stabilimento. Siamo ancora agli annunci e non alla presentazione di un progetto definitivo. La preoccupazione per il futuro occupazionale dei 1.100 dipendenti è alta.Electrolux, nonostante gli importanti investimenti sui processi di produzione effettuati negli ultimi anni, soffre del calo di domanda del bianco in Europa e sulla multinazionale continuano a rincorrersi le voci di una possibile vendita ad una multinazionale asiatica.Il caso di Beko Europe è noto, dopo l’acquisizione di Whirlpool Emea la multinazionale turca ha annunciato il licenziamento di 2000 dipendenti su 4.400 e la chiusura di due stabilimenti a Comunanza e Siena, in aggiunta alla riduzione produttiva a Cassinetta e al taglio di 718 impiegati anche nei ruoli strategici come la ricerca e la qualità. Il 30 gennaioprossimo incontro al Mimit.Urge la convocazione al Mimit del tavolo di settore.Il documento di Fim Fiom- Uilm di analisi, proposte e richieste per “la salvaguardia e il rilancio dell’industria dell’elettrodomestico” presentato al Mimit il 22 febbraio 2024 è ancora fermo sul tavolo ministeriale. Da quasi un anno le nostre proposte sono rimaste lettera morta. Nel frattempo la produzione del bianco nel nostro paese continua a perdere pezzi.Si stanno perdendo anche le produzioni di prodotti della filiera, come ad esempio il trasferimento all’estero della produzione dei sistemi di connessione (connettori e sensori) per il bianco della TE Connectivity di Collegno To con il licenziamento in corso di 222 dipendenti o la mancata realizzazione del “polo italiano dei compressori” che doveva coinvolgere 400 dipendenti dell’Ex Embraco di Torino e i 350 di ACC di Belluno.Nel 2024 si sono prodotti meno di 10 milioni di grandi elettrodomestici del bianco in Italia, nel 2000 erano 30 milioni. Anno dopo anno lo storico settore dell’elettrodomestico si sta sfaldando, ma crediamo che ci siano ancora le condizioni per rilanciare la produzione, puntando sul potenziamento della supply chain, sul recupero di produzioni della componentistica delocalizzata anni fa, sul potenziamento dei centri di ricerca e di progettazione, sul l’alto e medio di gamma e vincolando i nuovi investitori al mantenimento produttivo e occupazionale.

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