“Lo ribadiamo con forza da mesi che non è più possibile mantenere inalterate le attuali limitazioni imposte dal regolamento UE sulle emissioni di CO₂, che prevedono sanzioni insostenibili e la cessazione della produzione di motori endotermici entro il 2035. Se non si interverrà tempestivamente, il settore automotive europeo rischia di essere travolto, con gravi ripercussioni occupazionali e industriali.
La posizione di Paesi come Francia e Spagna, favorevoli al mantenimento dell’attuale quadro normativo, è miope e pericolosa: ignora completamente gli aspetti di sostenibilità sociale che ogni scelta politica dovrebbe considerare.
L’Unione Europea, in questi anni, non ha messo in campo misure adeguate per accompagnare una transizione realmente sostenibile sul piano industriale e occupazionale. Mancano interventi strutturali sulla rete infrastrutturale, sugli investimenti nella componentistica e, soprattutto, una strategia efficace contro le pratiche di dumping attuate sistematicamente dai costruttori cinesi.
Solo in Italia si stimano oltre 70.000 lavoratori a rischio. È dunque indispensabile rivedere l’intero impianto regolatorio, con l’obiettivo di coniugare la riduzione delle emissioni di CO₂ con la salvaguardia dell’industria e dell’occupazione. Serve una politica che incentivi il rinnovamento del parco auto e introduca il principio di neutralità tecnologica, valorizzando tutte le soluzioni motoristiche in grado di contribuire alla decarbonizzazione.
I tempi e i modi del processo di transizione devono essere realistici e compatibili con le capacità produttive e sociali del continente.
Il recente incontro con il CEO di Stellantis, Antonio Filosa, ha evidenziato le difficoltà nel dare risposte concrete alle nostre legittime richieste di nuovi investimenti e nuovi modelli per gli stabilimenti italiani. Un quadro normativo europeo incerto sta generando problemi sia per i produttori sia per i consumatori.
È fondamentale che Stellantis acceleri l’attuazione del piano industriale presentato il 17 dicembre 2024 e, al contempo, rafforzi la propria strategia in Italia con nuovi modelli e ulteriori investimenti.
Un quadro normativo rivisto consentirebbe la definizione di impegni precisi e concreti, senza ulteriori rinvii. Vista la situazione di difficoltà in termini di volumi produttivi e occupazionali, riteniamo urgente una soluzione in questa direzione.
Chiediamo al Governo italiano di intervenire con decisione a livello europeo per promuovere la revisione del regolamento sulle emissioni di CO₂.
Parallelamente, la FIM CISL si attiverà attraverso la propria rappresentanza sindacale europea, IndustriALL, per sostenere questa battaglia a tutela del lavoro, dell’industria e del futuro dell’automotive in Europa.