Quest’oggi durante il Consiglio regionale della FIM CISL del Lazio, alla presenza di oltre 120 delegati sindacali, è intervenuto il Segretario Generale Ferdinando Uliano per affrontare le gravi difficoltà che il settore automotive sta vivendo e che sta avendo pesanti ripercussioni occupazionali sullo stabilimento Stellantis di Cassino e su tutto l’indotto del territorio.
Uliano ha ribadito con forza che non è più accettabile attendere ulteriormente l’avvio delle nuove produzioni Alfa Romeo previste sulla piattaforma “Large” e per il modello di alta gamma assegnato nell’ultimo piano industriale del 17 dicembre 2024.
“La situazione dello stabilimento di Cassino ci preoccupa profondamente – ha sottolineato il leader FIM – lo abbiamo ribadito anche all’amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa, nell’incontro della scorsa settimana a Torino. Bene le parole sull’impegno a non chiudere stabilimenti e a garantire una missione produttiva a ciascuno di essi, ma oggi servono scelte concrete. Le dichiarazioni di ieri dell’amministratore delegato di Alfa Romeo e Maserati, Santo Ficili, che rinviano i nuovi lanci al 2028, non sono accettabili. Non è ciò che ci aspettiamo dal piano che Antonio Filosa presenterà: questo territorio non può sopportare altri due anni di attesa e sofferenza.”
Uliano ha inoltre precisato che “non basta una strategia di marketing: serve una visione industriale vera, accompagnata da investimenti immediati e da un rilancio produttivo concreto. La FIM CISL è impegnata in Europa per modificare le attuali restrizioni normative e costruire una transizione ecologica giusta, sostenibile sul piano sociale, occupazionale e industriale. Ma Stellantis deve fare la sua parte, a partire da Cassino e da tutti gli stabilimenti italiani. Servono investimenti, innovazione e una nuova strategia per il Gruppo.”
Il Segretario Generale ha ricordato che solo otto anni fa lo stabilimento di Cassino contava il doppio degli occupati e produceva otto volte di più rispetto a oggi. Non possiamo assistere passivamente a un lento ridimensionamento: serve una reazione immediata. Cassino deve tornare ad essere un polo produttivo strategico per Stellantis e per l’industria automobilistica italiana”.
Si è poi espresso su Melfi e Mirafiori, sui nuovi lanci di 500 ibrida e Jeep Compass sottolineando: “Sono il risultato della nostra azione sindacale. Se oggi possiamo contare su un recupero dei volumi produttivi di Stellantis per il 2026, con il lancio della 500 ibrida e della Jeep Compass nelle versioni ibrida ed elettrica, – ha osservato – è il frutto diretto dell’azione sindacale che abbiamo messo in campo nel corso del 2024.”
Uliano ha ricordato con fermezza che è stata la FIM-CISL, con le altre organizzazioni sindacali, attraverso un lavoro costante di pressione ai tavoli con Stellantis e con il MIMIT, sostenuto anche da iniziative di sciopero e mobilitazioni, a conseguire il cambiamento di rotta.
“Nel piano Forward 2030, quei modelli erano inizialmente previsti solo in versione elettrica. Siamo stati noi a chiedere e ottenere che venissero introdotte anche le versioni ibride, garantendo così una prospettiva produttiva più solida per Melfi e Mirafiori e una maggiore tutela dell’occupazione.”
Uliano ha inoltre sottolineato che anche le prossime produzioni di Melfi, previste per il 2026 – come la DS7 e la Lancia Gamma – avranno motorizzazioni ibride, offrendo nuove e importanti opportunità produttive per lo stabilimento e per tutto l’indotto.
“Adesso è indispensabile che Governo e istituzioni europee intervengano per modificare il quadro normativo e dare respiro a una transizione giusta, sostenibile sul piano ambientale, produttivo e sociale. Servono certezze sia per i produttori che per i consumatori: deve essere chiaro che si potrà continuare a produrre e acquistare motorizzazioni ibride senza il rischio di sanzioni o limitazioni assurde.”
Il leader della FIM-CISL concludendo ha precisato che: “ora ci aspettiamo investimenti adeguati, nuovi modelli e una missione chiara per tutti gli stabilimenti italiani, a partire da quelli più esposti come Cassino e Termoli. La transizione deve essere un’opportunità per il lavoro e per l’industria, non un percorso di riduzione e abbandono.”


