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Mezzogiorno. Fai Cisl: “Un patto agroalimentare strategico per il paese”

Pubblicato il 30 Ott, 2019

Vibo Valentia, 30 ottobre 2019.  Un immediato patto agroalimentare per il Mezzogiorno, che veda uniti nella stessa direzione le istituzioni locali e nazionali, le parti sociali, il mondo delle imprese. A proporlo è la Fai, la federazione agroalimentare e ambientale della Cisl, riunitasi a Maierato per un seminario di studi sul Sud. Tra i temi centrali: l’occupazione, il lavoro di qualità, la valorizzazione delle eccellenze agroalimentari. “È strategico fare sistema e sostenere il lavoro inteso come valore aggiunto”, ha detto Michele Sapia, segretario generale della Fai Cisl Calabria. “In 10 anni – ha ricordato il sindacalista – l’export settentrionale è cresciuto del 62% mentre quello meridionale solo del 46%, inoltre le imprese del Mezzogiorno possono contare su 20 chilometri di infrastrutture rispetto ai 40 di cui godono le imprese del Nord, e abbiamo un grave ritardo su digitale e innovazione tecnologica, visto che solo il 25% delle nostre imprese le ha introdotte, contro il 40% del Nord. Ma i dati più pesanti sono quelli sull’occupazione femminile, che riguarda soltanto il 35% della popolazione contro il 63% del Centro-Nord e il 67% dell’Europa, e quelli sulla fuga dei giovani. Crediamo che la desertificazione demografica del meridione sia una vera emergenza per tutto il Paese”.“Il gap occupazionale tra Nord e Sud – ha detto il segretario generale della Fai Cisl nazionale, Onofrio Rota, concludendo l’evento – nel 2018 è stato di quasi 3 milioni di persone e continuerà ad allargarsi, se non si interverrà immediatamente a partire dalle infrastrutture materiali, sociali e digitali, fattori che stanno incidendo in maniera determinante sull’andamento del Made in Italy agroalimentare”. “Il Sud è il motore del Nord – ha detto Rota – ma è scandaloso il numero di cantieri bloccati. Chiediamo con urgenza un piano di sviluppo incardinato sulle filiere dell’agroalimentare, sulle fonti rinnovabili e sull’efficienza energetica, sull’economia circolare, sulla realizzazione delle infrastrutture ferroviarie, portuali e idriche, sulla manutenzione e la messa in sicurezza del territorio. Sono tante le opportunità di lavoro e impresa che possono nascere dalla tutela dell’ambiente, dall’agroalimentare di qualità e dalla multifunzionalità del settore, che traina con sé anche turismo e commercio: però bloccare risorse, non investire su formazione e ricerca, contrattazione e bilateralità, non offrire delle reti infrastrutturali moderne e aggiornate alle imprese, non risolverà i tanti gap che danneggiano il Paese”.In conclusione dell’intervento, il Segretario Rota ha commentato anche le dichiarazioni giunte dall’assemblea nazionale di Alleanza Cooperative dell’agroalimentare e della pesca: “Accogliamo con grande favore la disponibilità di tutte le parti a confrontarsi, rilanciamo gli appelli chiedendo che dalle parole si passi ai fatti, con un tavolo concertato per agire sulle priorità dei settori coinvolti”.

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