“Apprendiamo con profonda amarezza dalla stampa il legame sospetto tra le morti per gliblastoma di quattro vigili del fuoco di Arezzo, tra ottobre 2022 e dicembre 2023, e i cosiddetti ‘inquinanti eterni’ pericolosi per l’uomo e l’ambiente”. Lo dichiara in una nota il segretario generale della Fns Cisl Massimo Vespia. “La FNS CISL, particolarmente sensibile alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, è stato il primo Sindacato a denunciare, già nel 2021, il pericolo dei PFAS per i Vigili del Fuoco italiani, sollevando il problema in modo tempestivo, chiedendo all’Amministrazione di intervenire con specifiche verifiche tecniche riguardo alla presenza di queste sostanze cancerogene nei dispositivi e negli schiumogeni utilizzati dal personale del Corpo e ribadendo l’importanza di avviare un’azione concreta ed immediata per prevenire danni alla salute. È noto, infatti, che questi composti chimici appartengono a una classe di sostanze sintetiche che potrebbero essere state utilizzate per impermeabilizzare i dispositivi di protezione individuale in dotazione ai VVF. Recenti studi scientifici avevano già rilevato la presenza di PFAS negli indumenti antincendio e nelle attrezzature dei Vigili del Fuoco, evidenziando come tali sostanze si trovassero non solo all’esterno ma anche nel rivestimento interno, aumentando, così, il rischio di esposizione. Le approfondite ricerche di laboratorio indicano che il prolungato tempo di utilizzo e l’esposizione a temperature elevate durante gli incendi potrebbero favorire l’assorbimento di queste sostanze tossiche attraverso la pelle. All’epoca i vertici tecnici dell’Amministrazione si limitarono in prima battuta a trasmettere il nostro quesito alla ditta fornitrice del vestiario antincendio, la quale rispose che vi era una presenza infinitesimale di PFAS e quindi secondo loro non dannosa per i Vigili del Fuoco. La nostra Organizzazione, nonostante la sorprendente superficialità dell’Amministrazione, ha costantemente perseverato nell’azione di denuncia sulla pericolosità dei Dpi, anche attraverso interrogazioni presso il Parlamento Europeo. Non possiamo pertanto apprezzare l’avvio con un notevole ritardo di una indagine sanitaria da parte della Direzione Regionale VVF dell’Emilia Romagna in collaborazione con l’Università di Bologna su un campione di Vigili del Fuoco. Come sempre vigileremo con la massima attenzione su quanto emergerà dall’indagine per procedere con le massime tutele della salute per i Vigili del Fuoco”, conclude Vespia.