L’ISTAT ha ufficializzato oggi il valore percentuale dell’indice IPCA-NEI (Ipca al netto degli energetici importati), in riferimento all’anno 2024 che è pari all’1,3%.
In relazione a questa percentuale l’aumento retributivo a decorrere dal mese di giugno sarà:
- CCNL Industria Metalmeccanica: pari 27,70€ mensili per il livello C3 (ex 5º livello);
- CCNL Unionmeccanica: pari 27,90€ mensili per la 5º categoria;
- CCNL Orafi – Argentieri: pari 24,75€ mensili per la 5º categoria.
I contratti nazionali, formalmente scaduti, grazie alla clausola di “ultrattività”, garantiscono ai metalmeccanici gli aumenti, adeguando le retribuzioni per i mesi futuri, fino alla sottoscrizione di un nuovo contratto nazionale, così come garantisce anche il diritto ai 200 euro di “welfare contrattuale”.
I contratti nazionali dunque tutelano le lavoratrici e i lavoratori, ma questo non è sufficiente; ed è per questo che Fim, Fiom e Uilm hanno presentato piattaforme ben più ambiziose. È quindi necessario riaprire il rinnovo del CCNL dell’industria e di Unionmeccanica in linea con le richieste avanzate nelle piattaforme di Fim, Fiom, Uilm e in continuità con il modello sottoscritto a febbraio 2021.
Un aumento retributivo che non può essere considerato un’elargizione aziendale estranea ad un contratto nazionale scaduto, ma il frutto di una precisa norma tra l’altro presente solo nei contratti nazionali sottoscritti da Fim, Fiom e Uilm.
La definizione degli aumenti per singoli livelli sarà oggetto di un apposito incontro nei prossimi giorni con Federmeccanica e Assistal e le altre associazioni datoriali, con cui saranno sottoscritte le tabelle dei minimi retributivi per ciascun livello e le nuove indennità di trasferta e reperibilità.
Sempre sulla base della percentuale di cui sopra, saranno al più presto definite le rivalutazioni dei minimi e dei valori di trasferta e reperibilità per i contratti della piccola media impresa Unionmeccanica – Confapi, delle cooperative metalmeccaniche e per l’industria orafa-argentiera.