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Porto Marghera. I sindacati scrivono ai ministri Giorgetti e Cingolani: “Subito un incontro sul tema della chimica nazionale”

Pubblicato il 9 Apr, 2021

9 Aprile 2021 – “La recente scelta di Eni di chiudere le attività dell’impianto cracking di Porto Marghera rischia di compromettere le linee di produzione della chimica di base, che ormai in Italia sono quasi esclusivamente di Eni. È per questo che chiediamo un incontro urgente, che abbia al centro non solo le vicende di Eni/Versalis ma il tema della chimica nazionale”. Lo scrivono i segretari generali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil in una lettera indirizzata ai ministri dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. “Eni – spiegano i segretari generali Falcinelli, Garofalo e Pirani – ha giustificato la scelta di chiudere Porto Marghera con la volontà di migrare i suoi interessi verso la più innovativa chimica delle biomasse, del riciclo, della transizione energetica. Se questo fosse il solo indirizzo strategico da realizzare noi condivideremmo in pieno questo nuovo corso, e ne vorremmo essere parte attiva. Ma la vicenda è più complessa, e bisogna ascoltare anche la voce dei lavoratori di un intero comparto, quello delle seconde lavorazioni plastiche, che nel tempo ha già perso la grande chimica del cloro e del pvc. I grandi petrolchimici di questo Paese – scrivono i sindacati – dal quadrilatero padano fino a Brindisi, piuttosto che Siracusa o Sassari, temono che quanto sta succedendo nel processo di trasformazione in atto nel gruppo Eni possa rappresentare la scelta, per noi imperdonabile, di uscire da un settore che ci ha sempre visto come uno dei maggiori player al mondo”. I sindacati concludono la lettera ai ministri Giorgetti e Cingolani chiedendo loro di poter “argomentare le nostre preoccupazioni per individuare ogni possibile percorso rafforzi i nostri reciproci interessi”.

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