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Riforma dello sport. Sindacati: “Decreti attuativi peggiorano ulteriormente condizione lavoratori sportivi. Ignorate richieste sindacati su previdenza, copertura assicurativa e fisco”

“I Decreti attuativi della Riforma dello Sport peggiorano la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori sportivi”. La denuncia è delle federazioni sindacali di categoria Slc Cgil, Fisascat Cisl, Uilcom, Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp, che così commentano l’approvazione definitiva del Decreto Legislativo che ha introdotto disposizioni integrative e correttive sulla riforma dell’ordinamento sportivo in vigore dal primo luglio 2023.
«La riforma cosi come concepita dal Governo – stigmatizzano i sindacati in un comunicato unitario – di fatto non supera la riserva di legge che da sempre relega questi lavoratori in un limbo senza diritti e tutele e non fornisce risposte adeguate alla reale condizione di questa categoria di lavoratori che rischia, anche nel 90% dei casi, di non percepire la pensione e neanche la copertura assicurativa fornita dall’INAIL, quest’ultima presente nell’ultima versione dell’articolato».
«Uno degli obiettivi originari della riforma dello sport, a partire dalle legge delega n.86 del 2019 – prosegue la nota congiunta – era quello di individuare la figura del lavoratore sportivo, indipendentemente dalla natura dilettantistica o professionistica dell’attività sportiva svolta, e di definire la relativa disciplina in materia assicurativa, previdenziale e fiscale nonché le regole di gestione del relativo fondo di previdenza».
«La legge non risolve neanche il tema della certezza normativa dei rapporti di lavoro – continua il comunicato – e prova ne è che alle lavoratrici e ai lavoratori sportivi si sta imponendo, in diversi casi, l’apertura della partita Iva rischiando così di gettare il settore in un pericoloso vortice vertenziale. Motivo per cui le organizzazioni sindacali avevano proposto che la regolazione dei rapporti di lavoro fosse demandata alle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del settore, poiché esiste già un Ccnl di riferimento attualmente in fase di rinnovo, e non ad estemporanei e disomogenei regolamenti demandati alle federazioni».
«Se quanto reso noto dalla conferenza stampa di fine luglio e dall’infografica resa disponibile sul sito del dipartimento dello sport sarà trascritto in Gazzetta Ufficiale – conclude la nota unitaria – per i lavoratori dello sport, che con il loro lavoro continueranno a finanziare tutto il settore, cambierà molto poco. Non resta che augurarci che, anche con il contributo del lavoro che verrà svolto dall’Osservatorio dedicato allo studio e alla valutazione degli impatti della Riforma, che, a detta del Ministro, dovrebbe vederci coinvolti, si riesca ad intervenire quanto prima».