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Risiko bancario. Colombani (First Cisl): “Non crea valore per famiglie ed imprese, le banche vogliono solo premiare gli azionisti”

Pubblicato il 12 Giu, 2025

“Negli ultimi 20 anni il settore bancario ha perso 75 mila posti di lavoro, anche se tutto è avvenuto attraverso il Fondo di solidarietà e con il criterio della volontarietà. L’intelligenza artificiale va utilizzata per aumentare la produttività del lavoro, non per sostituirlo. Uno studio recente dell’Inapp mostra che le attività bancarie e assicurative sono le più impattate, ma anche quelle con il più elevato livello di complementarietà rispetto all’impiego dell’IA. Ci preoccupa tuttavia che Abi non abbia ancora convocato la Cabina di regia sul digitale, che secondo il contratto nazionale è il luogo in cui vanno valutati e affrontati gli impatti dell’innovazione tecnologica”. Lo ha dichiarato il segretario generale First Cisl Riccardo Colombani intervistato, nell’ultima giornata del congresso nazionale del sindacato, su Radio 24 dalla trasmissione Focus Economia.

“Sul fronte del credito è evidente che le aggregazioni porterebbero ad un’ulteriore contrazione, anche a causa del multiaffidamento. Nel 2011 il credito diretto verso le imprese non finanziarie ammontava a 995 miliardi di euro, nel 2024 siamo scesi a 665 miliardi. Il credito alle Pmi è calato del 6,8% nel 2024. Il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta ha affermato che le concentrazioni devono creare valore per famiglie ed imprese, ma per questo servono finanziamenti adeguati per quantità e costi e prodotti di risparmio che siano efficaci, trasparenti e a condizioni eque. Non credo che un’ulteriore concentrazione del sistema soddisfi queste condizioni. Le banche preferiscono incrementare le commissioni, sulle quali sono ai livelli più alti in Europa, garantendosi in questo modo – ha concluso Colombani – ricavi alti, pochi rischi e ridotto impiego del capitale, che preferiscono destinare ad altri business o ad operazioni di buyback”.

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