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Sanità. Covid 19, Papotto (Cisl Medici): “Non si deve abbassare la guardia”

Pubblicato il 24 Nov, 2020

Roma, 24 novembre 2020 – “Potremmo serenamente rivolgerla in primis a coloro i quali si affannano a spiegarci che le postazioni di terapia intensiva sono sufficienti, che non siamo neppure vicini ad un punto critico Buffo: sono un medico ospedaliero e non riesco a farmi tranquillizzare… O sarà proprio per questo – cioè che occupo ogni giorno una posizione “privilegiata”, sul campo – che posso vedere che i politici e i tecnici, che non vivono la mia stessa realtà, stanno sbagliando le conclusioni delle proprie analisi? Non staranno mica facendo calcoli come per il pollo citato dal poeta Trilussa? Già, perché se anche in Italia ci fossero molte terapie intensive libere, è del tutto ovvio (ci arriva anche un politico, suvvia…) che esse non possono essere spostate, restando quindi (speriamo) inutilizzate mentre altrove servirebbero – è il caso di dirlo – come l’aria. O costringendo a spostare i pazienti, rimedio già di per sè poco consigliabile.
E restando in tema della domanda espressa all’inizio: qui si stanno dando i numeri, in senso lato. Cioè si sta scherzando col fuoco. In un ipocrita tentativo di “tranquillizzare” la gente si ipotizza (si lascia intravedere) un cauto ottimismo per una “riapertura” nei giorni precedenti il Natale, nella più retriva logica del cerchio e della botte, mentre noi della CISL Medici siamo invece convinti che i risicati benefici economici per le categorie interessate avranno costi finanziari per il Paese molto più ingenti e ricadute pandemiche che solo uno sciocco ottimista oggi potrebbe vedere trascurabili. Con la sola inevitabile certezza che i commercianti, gli artigiani, la grande distribuzione… tutti gli attori coinvolti non potranno avere entrate sufficienti e invece la popolazione avvertirà nuovamente una errata sensazione di libertà che non può sussistere, visti i danni odierni che la stessa malintesa percezione ha causato, a partire dalla scorsa estate.
A meno che – naturalmente – l’inconfessabile intento non sia quello ad esempio già abbozzato e subito accantonato dal governo britannico, all’inizio della pandemia: lasciamo che la gente si ammali e che muoia chi deve, nel nome di una fredda “immunità di gregge” che fa sinistramente rima con “selezione della razza”, al solo scopo di non interferire con le normali attività produttive e non causare costi al governo.
Ma noi non vogliamo neppure pensarlo. E siamo talmente fiduciosi nella sincera e attenta partecipazione emotiva dei nostri politici che vorremmo terminare queste poche righe rivolgendo la stessa domanda in tono retorico ai rappresentanti delle nostre regioni, nessuna esclusa: state dando i numeri? Si, insomma: state comunicando con regolarità ed esattezza le reali dimensioni dell’emergenza nei territori di vs competenza, verificando con scrupolo presso le singole realtà che le cifre siano esatte e non lasciando che magari qualche dato resti “impigliato” nel giorno sbagliato? Perché qui non è un problema di “colore” della regione, nella vana corsa a fare “i primi della classe” a spese di tanta gente che si illude. No. Perché è soltanto così che i decisori politici non avranno alcun alibi per assumere i più adatti provvedimenti e soltanto così si potrà programmare un futuro attendibile.
E speriamo che il Ministero non debba verificare e scoprire che si sono stati “errori” o “ritardi”.
Perché sia chiaro: la CISL Medici desidera soltanto che trascorriamo tutti assieme almeno il Natale del 2021.
Pazienza. Saremo forse un po’ meno ricchi, ma sani, che è l’unica cosa che conta.
Buon lavoro a tutte le colleghe ed i colleghi.

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