Roma, 2 maggio 2019. Massiccia la partecipazione allo sciopero dei circa 8.700 dipendenti della catena francese di supermercati del Gruppo Auchan. La protesta, indetta dai sindacati nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e articolata a livello territoriale dal 19 aprile al 2 maggio, ha registrato una media nazionale di adesione del 63% con punte del 100% nelle Marche e in Sicilia. La mobilitazione è stata decisa dai sindacati in seguito alle “voci sempre più insistenti di trattative per la cessione della rete di vendita Sma Simply ad altri gruppi, a partire da Conad” e “per dire no a cessioni e dismissioni che non conservino tutti i diritti dei lavoratori coinvolti, per difendere l’attuale perimetro della rete di vendita e per chiedere un piano di rilancio serio e convincente” recita il comunicato sindacale unitario diramato sui luoghi di lavoro. Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice «le organizzazioni sindacali hanno intercettato una concreta necessità di chiarezza rispetto alle scelte della multinazionale francese». «Il generoso contributo delle lavoratrici e dei lavoratori a questa mobilitazione va valorizzato e non derubricato a mera protesta» ha sottolineato il sindacalista esortando l’azienda ad avviare con i sindacati un «confronto di merito per ricercare soluzioni condivise per la gestione della fase di crisi». Dell’Orefice stigmatizza anche il silenzio del ministero dello Sviluppo Economico al quale i sindacati hanno sollecitato un intervento risolutivo sulla vertenza. «Sia l’azienda che il Mise non possono restare sordi ed inermi di fronte all’allarme lanciato dalle lavoratrici e dai lavoratori, è necessario al più presto avere dall’azienda una versione chiara, univoca e definitiva sulle sorti dei supermercati e degli iper ad insegna Sma Simply» ha dichiarato. «Le voci che continuano a rincorrersi rispetto a cessioni imminenti di parte del perimetro commerciale della stessa azienda – ha concluso il sindacalista – non possono costituire l’unico riferimento per i dipendenti che hanno tutto il diritto di apprendere da versioni ufficiali e non ufficiose cosa sarà del loro destino».