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Terziario. Fisascat Cisl: “Lavoro domestico. Aggiornati i minimi retributivi al Ministero del lavoro”

Definiti i nuovi minimi retributivi nel settore del lavoro domestico. Le Parti Sociali firmatarie della contrattazione nazionale di settore, i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Federcolf, e le associazioni datoriali Fidaldo e Domina hanno stipulato al ministero del Lavoro le nuove tabelle in vigore dal 1° gennaio 2022, frutto di una verifica e di un adeguamento dovuto alla variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo al 3,6%.
Complessivamente l’incremento a regime sarà del 2,88% rispetto alle previsioni economiche della contrattazione nazionale rinnovata nel 2020; l’aumento in busta paga per le collaboratrici familiari assunte ad ore è di 0,17 euro all’ora mentre per le badanti non formate a tempo pieno, che svolgono assistenza familiare e si occupano delle persone non autosufficienti l’aumento economico mensile è pari 28.73 euro.
Aggiornate anche le indennità previste per le babysitter e badanti a titolo di vitto e alloggio e per la presa in carico di uno o più bambini fino al sesto anno di età e di più persone non autosufficienti, come anche quanto previsto a titolo di indennità per i lavoratori certificati, rivendicazioni fortemente sostenute dai sindacati di categoria nel percorso di rinnovo del Contratto nazionale.
Per la segretaria nazionale Fisascat Cisl Aurora Blanca «si tratta di un primo segnale positivo registrato nel 2022 anche perché grazie a questi lavoratori si fronteggia l’emergenza sociale legata all’invecchiamento demografico e allo spopolamento in talune zone d’Italia dove l’assistenza familiare rappresenta l’unica alternativa alle carenze del sistema pubblico». «Occorre continuare ad operare affinché si debelli la forte irregolarità presente nel comparto, dove oltre 1milione e 200mila lavoratori prestano la loro attività in nero e si restituisca dignità al lavoro» ha concluso la sindacalista sottolineando «le Parti Sociali hanno fatto un ulteriore passo in avanti sulla certificazione delle competenze attraverso la bilateralità settoriale, operazione volta anche all’emersione del lavoro irregolare».

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