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Terziario. #Iperexit2019 fuga dal format ipermercato, Fisascat Cisl: “Per rispondere a nuove sfide mercato investire su competenze lavoratori e adottare politiche di settore sotto una regia istituzionale”

Pubblicato il 10 Ott, 2019

Roma, 10 ottobre 2019 – La fuga dal format ipermercato in Italia produrrà dei cambiamenti profondi sulla struttura della grande distribuzione organizzata e sulle modalità di consumo, già fortemente condizionate dall’impatto delle tecnologia e dalla diffusione dell’e-commerce. Ma come affrontare la ristrutturazione profonda di un settore che oggi vale oltre 100miliardi di euro, con un apporto al Pil del 5,8%, e occupa circa mezzo milione di addetti nel suo complesso? La Fisascat Cisl – promotrice di una tavola rotonda sul tema “IperExit 2019. Fuga dal Format. La metamorfosi della Gdo, le implicazioni sul lavoro” – suggerisce la strada della concertazione e della contrattazione e rilancia il ruolo propositivo e partecipativo dei sindacati per supportare la inevitabile trasformazione del settore in una logica di responsabilità e solidarietà. 

Un dibattito a più voci, quello promosso dalla federazione sindacale nell’iniziativa che registra la partecipazione tra i relatori~ di Donatella Prampolini Manzini – vice presidente Confcommercio, di Mauro Bussoni – Segretario Generale Confesercenti, di Francesco Quattrone – Direttore area lavoro e relazioni sindacali Federdistribuzione, di Stefano Guidi – Responsabile Nazionale Commissione Lavoro e Formazione Ancc-Coop, di Paolo Condini – Responsabile delle Relazioni Sindacali Ancd Conad, Roberto Savini – Presidente Confcooperative settore consumo e utenza, oltre che del segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice, ~del Vice Capo di Gabinetto del Ministero Sviluppo Economico Giorgio Sorial, ~del Segretario Confederale Cisl ~Andrea Cuccello e del Segretario Generale della Fisascat Cisl Davide Guarini.
Se il rilancio del retail passa necessariamente da una offerta commerciale che punti alla omnicanalità, alla qualità e alla sostenibilità del prodotto, ma che all’’implementazione dell’offerta dei servizi, per la categoria cislina sarà necessario – già nella fase dei rinnovi contrattuali di settore tutti in scadenza nel 2019 – investire sul potenziale professionale delle lavoratrici e dei lavoratori della grande distribuzione commerciale, concentrarsi sulle nuove forme di organizzazione del lavoro e sulla formazione e aggiornamento professionale delle lavoratrici e dei lavoratori.
E’ il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vicenzo Dell’Orefice, nell’intervento introduttivo ai lavori a sottolineare che “il lavoro nella Gdo non è solo capacità relazionale ma sempre di più avrà una insopprimibile componente di professionalità strettamente connessa alla capacità di spiegare il prodotto, agevolare l’esperienza di acquisto ed interagire con le nuove tecnologie applicate alla vendita”. “Dal lavoro umano e dalla sua specifica e non riproducibile creatività capace di orientare un consumatore sempre più consapevole – ha aggiunto – dipenderà gran parte del successo delle esperienze commerciali presenti e future”. Per il sindacalista «”l declino dell’iper non lascerà vuoti se si investirà in formazione continua e si investirà per tempo in formazione continua mirata alla riqualificazione dei lavoratori». «Già in occasione della formulazione unitaria delle piattaforme di rinnovo contrattuale la Fisascat Cisl si farà promotrice del diritto individuale alla formazione” ha poi aggiunto il sindacalista proponendo “la costituzione di un tavolo permanente con le parti economico-sociali con il coordinamento istituzionale del Mise, per monitorare la ristrutturazione in atto della rete commerciale ma anche per avere una visione complessiva delle politiche di settore”.
Un invito accolto dal vice capo di Gabinetto del ministero dello Sviluppo Economico Giorgio Sorial che, nel ripercorrere l’evoluzione delle vertenze e delle crisi Auchan, Mercatone Uno e TuoDì, concorda sulla costituzione di un tavolo permanente di confronto partecipato dai vari stakeholder, rappresentanti dei lavoratori e delle imprese. “Ragionando sugli scenari futuri – ha dichiarato l’Ing. Sorial – ci sarà un ritorno al negozio di vicinato e di quartiere che si rifletterà non solo sulle modalità dei consumi ma soprattutto sullo stile di vita dei lavoratori”. “In questo senso – ha concluso – la costituzione di un tavolo permanente permetterà di avere una completa percezione sulla trasformazione che sta investendo settore della distribuzione commerciale”.
Sullo sfondo poi il tema della rappresentanza sindacale, con le recenti convenzioni siglate con l’Inps sulla misurazione certificata dalla rappresentatività, come anche la partita della revisione normativa sugli orari di apertura degli esercizi commerciali, con la recente ripresa delle audizioni alla Camera dei Deputati. Per il segretario confederale della Cisl Andrea Cuccello “resta prioritario anche nel comparto della distribuzione commerciale contrastare la contrattazione in dumping, essenziale in un settore altamente polverizzato del terziario privato, come anche intervenire fattivamente al dibattito sulla revisione del decreto sulle liberalizzazioni che negli ultimi anni, caratterizzati dalla crisi economica e dei consumi, non hanno prodotto i risultati sperati ma piuttosto favorito la precarizzazione dell’occupazione”.
E’ il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini a rilanciare sul ruolo della contrattazione nazionale ed integrativa. «L’autonomia collettiva che si esercita per il tramite della contrattazione che tanto ha fatto per il settore distributivo in Italia è una opzione ancora valida ed attuale per modernizzare gli istituti contrattuali che rendono da un lato più efficienti e competitive le aziende e dall’altro migliorino le condizioni lavorative e di vita di quanti rappresentiamo». “In particolare le parti negoziali dovranno assumere l’ambizioso obiettivo di implementare le forme di coinvolgimento e di partecipazione dei lavoratori alle scelte strategiche delle imprese». «Solo scelte condivise dai lavoratori e non da questi subite – ha concluso – può consentire alle imprese della Gdo di rinsaldare l’imprescindibile rapporto che chi soprattutto vendita al dettaglio deve preservare con le comunità territoriali di riferimento”.

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