Roma, 27 novembre 2018 – Si sposta a Seoul, in Corea del Sud, la riunione del dialogo sociale nel settore della cura e dell’assistenza alla persona promosso dal sindacato internazionale UNICare Global Union e dal sindacato asiatico UNI Asia & Pacific. Una tappa non scelta a caso, quella coreana, tra le più longeve al mondo con una aspettativa di vita media di oltre 90anni secondo un recente studio pubblicato dalla rivista scientifica inglese Lancet, condizione anche favorita dal basso rischio di malattie cardiovascolari e dalla scarsa natalità del Paese, dove cresce il bisogno di assistenza alla persona. Presente alla kermesse anche la Fist Cisl insieme al sindacato argentino Fatsa, al sindacato di Singapore Smmwu e al sindacato sud coreano Khmu. Il segretario generale della categoria cislina Pierangelo Raineri, che ricopre anche l’incarico di vice presidente di Unicare Europa, ha illustrato in particolare il caso Italia, dove operano circa 2 milioni di badanti e oltre 5 milioni di caregivers familiari, e l’esperienza della contrattazione di settore stipulata con aziende private che forniscono servizi alla persona in modo strutturato (Uneba, Agidae, Agespi, Cooperative Sociali, ecc.) ma anche con le associazioni che rappresentano la famiglia (Fidaldo e Domina) e con l’associazione imprenditoriale di aree professionali non sufficientemente coperte dal welfare pubblico (Confprofessioni). «Fin dalla grande riforma del sistema pensionistico, a metà degli anni ’90, la Cisl e in particolare le federazioni di categoria Fisascat e Felsa, hanno posto grande attenzione alle variazioni demografiche e produttive nonché agli effetti della contrazione del welfare pubblico che si protrae purtroppo nei nostri tempi» ha dichiarato Raineri sottolineando «l’intervento contrattuale nei sistemi della classificazione del personale, con l’inserimento di figure professionali ad hoc» oltre al «supporto fornito dai sistemi bilaterali italiani di welfare privato, buon punto di riferimento per destinare le risorse, economiche e sociali, necessarie per una long term care realmente esigibile». «Un passaggio da costruire a livello globale» ha aggiunto il sindacalista evidenziando che «il sindacato internazionale della cura e dell’assistenza alla persona dovrà essere capace di sviluppare una strategia globale con il duplice obiettivo di proteggere il ruolo crescente ed i diritti dei lavoratori che operano nel comparto della cura e dell’assistenza alla persona ma anche di creare meccanismi contrattuali che assicurino la possibilità di accesso alla long term care». Secondo il sindacalista molta attenzione dovrà essere posta «ai percorsi di formazione del personale, che dovrà essere sempre più capace di rispondere alle esigenze di una popolazione che invecchia ma che non sempre gode di buona salute, spesso ai limiti della sufficienza». Prioritaria infine per la Fist Cisl l’emersione del lavoro nero e sommerso, piaga che attanaglia il comparto dell’assistenza e della cura in Italia prestato da colf, baby sitter e badanti, con un elevato tasso di irregolarità nel settore, secondo le recenti stime Istat e le analisi condotte da Domina e Fondazione Moressa, «che occupa complessivamente 2 milioni di addetti di cui oltre un milione sconosciuti a fisco e agli enti previdenziali e assistenziali Inps e Inail» ha stigmatizzato Raineri. «Occorre un approccio culturale diverso – ha sottolineato il sindacalista – prendendo coscienza che anche in Italia, paese tra quelli a più alto tasso di longevità al globo e in sesta posizione nella classifica mondiale, avremo sempre più bisogno dei servizi di cura e assistenza». «Garantire la qualità dell’occupazione nel settore – ha concluso Raineri – va anche nell’interesse di chi riceve il servizio».