Roma, 18 giugno – “Per ridurre il numero degli scioperi occorre agire sulle cause dei conflitti e non a valle sanzionando sindacati e lavoratori”, così dichiara Salvatore Pellecchia, Segretario generale della Fit-Cisl, in merito alla relazione annuale dell’Autorità di garanzia sugli scioperi.
“Condividiamo una serie di passaggi della relazione – spiega Pellecchia – da cui si evince che l’Autorità e i suoi componenti hanno ben chiare le dinamiche dalle quali si sviluppano i conflitti, e di questo va dato merito anche alla scrupolosità del lavoro dei funzionari e dei responsabili dei procedimenti. Tuttavia non possiamo condividere l’auspicio secondo cui le associazioni degli utenti dovrebbero attuare azioni collettive come class action contro le organizzazioni sindacali e neppure che un restyling della legge 146 possa creare le condizioni per comprimere ulteriormente il diritto di sciopero, perché la funzione fondamentale dell’Autorità è quella di garantire il bilanciamento tra il diritto costituzionale dello sciopero e i diritti costituzionalmente protetti degli utenti. Se ciò si avverasse, i lavoratori subirebbero danno e beffa: si troverebbero in situazioni paradossali come dover lavorare senza stipendio ma senza poter protestare per non entrare in conflitto con le associazioni degli utenti. O peggio ancora, se si guarda al tema della sicurezza sul lavoro, subire passivamente infortuni e incidenti non poter neppure protestare per rivendicare migliori condizioni di lavoro.
Il tema dunque non è l’inasprimento delle sanzioni e l’aumento degli intervalli tra uno sciopero e l’altro, ma la prevenzione del conflitto e quindi agire sulle cause”.
Conclude il Segretario generale: “Per quanto ci riguarda lo sciopero è sempre l’ultima spiaggia, perché vi facciamo ricorso solo nei casi di assoluta necessità. La stessa Autorità ha riconosciuto nella sua relazione il senso di responsabilità dei sindacati verso l’uso di questo diritto costituzionale. Inoltre l’esercizio responsabile di questo diritto è confermato proprio dalla diminuzione degli scioperi, atteso che nei servizi pubblici essenziali nel 2018 ci sono state ben 339 proclamazioni in meno rispetto al 2017. In questo momento nel settore dei trasporti ci sono una serie di pendenze che, se affrontate e definite, possono diminuire significativamente i momenti di conflitto”.