Roma, 14 gennaio 2020 – “L’alta adesione agli scioperi odierni nel trasporto aereo conferma il forte e diffuso malessere dei lavoratori del settore. Le criticità sono molte e sono state trascurate per troppo tempo. Chiediamo ai Ministeri interessati di sedersi con noi al tavolo di confronto per parlare dei problemi del trasporto aereo e di quelli che affliggono l’intero settore dei trasporti che abbiamo raccolto nella vertenza unitaria “Rimettiamo in movimento il Paese”, varata con Filt-Cgil e Uiltrasporti e che è tuttora aperta”. Lo dichiara Salvatore Pellecchia, Segretario generale della Fit-Cisl, a valle degli scioperi di oggi.
“Il trasporto aereo italiano – prosegue Pellecchia – è funestato da crisi aziendali con in testa Alitalia. Non siamo ancora stati convocati dal nuovo Commissario e non è dato sapere cosa sta succedendo nell’abito della governance della compagnia. Inoltre, l’assenza di regole comuni, soprattutto in materia di norme di impiego e retribuzione, sta generando nel nostro Paese una pericolosa competizione e sta di conseguenza penalizzando fortemente sia Alitalia sia le imprese italiane che effettuano servizi di terra. Occorre quindi un intervento normativo che preveda l’obbligo, per le aziende che operano nei settori liberalizzati, di applicare il contratto collettivo nazionale di settore vigente. È altresì urgente rendere strutturale il finanziamento del Fondo di solidarietà del Trasporto aereo”.
“Ricordiamo – conclude il Segretario generale – che lo sciopero è per la Fit Cisl un diritto cui far ricorso in casi estremi per la tutela, nella stragrande maggioranza dei casi, dei più deboli. La nostra priorità è la rimozione delle criticità attraverso il confronto prima che queste possano generare vertenze. Se il governo dovesse continuare a non dare risposte, la vertenza unitaria “Rimettiamo in movimento il Paese” non potrà che continuare con ulteriori mobilitazioni e proclamazioni di sciopero. Le ordinanze ministeriali che riducono le ore di sciopero proclamate legittimamente non fanno altro che guardare alla rimozione degli effetti ma non delle cause. Questa non è la strada giusta e noi non ci fermeremo”.