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Calabria. Cisl:” Garantire sistema di accoglienza ai lavoratori agricoli”

Pubblicato il 11 Gen, 2019

Calabria, 11 gennaio 2019. I segretari generali di Cisl e Fai Cisl Tonino Russo e Michele Sapia lanciano l’iniziativa ‘Lavoratori agricoli immigrati fuoridal ghetto’. Un progetto che la Fai Cisl ha già condiviso con le Organizzazioni professionali agricole, e che prevede larealizzazione di alloggi ecosostenibili all’interno delle aziende dove vengono impegnati i migranti Lamezia Terme – 10.01.2019 – Garantire un sistema di accoglienza che rispetti maggiormente la dignità umana e idiritti universalmente riconosciuti ai tanti migranti attualmente presenti in Calabria. A partire dai lavoratori giàimpegnati nelle campagne agricole a livello regionale. Ed evitare inoltre che questa situazione possa sfuggire di mano con conseguenze pesanti anche sul piano dell’ordinepubblico. Con questo obiettivo la Cisl Calabria e la Fai Cisl Regionale rilanciano il progetto territoriale ‘Lavoratori agricoliimmigrati fuori dal ghetto’ ed invitano la Regione Calabria ad avviare un tavolo regionale, coinvolgendo tutti gli attoriinteressati, per discuterne l’attuazione e per affrontare con un nuovo approccio il fenomeno dell’emergenza abitativascatenata dall’arrivo negli anni di migliaia di persone sul suolo calabrese. Attualmente, stando ai dati del ministerodell’Interno, circa 6.420 migranti – pari al 4% dell’intera massa di persone presenti in Italia – sono ospitati negliHotspot, nei Centri di accoglienza e negli Sprar della regione. Spesso però in condizioni disumane. La tendopoli di San Ferdinando non è che uno degli esempi più eclatanti. Ma non l’unico. Da qui la proposta del progetto che mira alla realizzazione di siti abitativi ‘Green Economy andImmigration’ per i lavoratori agricoli dell’intera piana di Gioia Tauro. Un progetto però ripetibile in altre aree della regione. “In Calabria ci sono tante San Ferdinando – sostengono Tonino Russo e Michele Sapia, rispettivamente segretario dellaUsr Cisl Calabria e della Fai Cisl Calabria -. È necessario per questo un nuovo approccio tra le parti interessate per il bene dell’intera comunità calabresesostenendo anche l’importante strumento della Bilateralità e del confronto”. Secondo i due esponenti sindacali, “i disagi odierni, sono sotto gli occhi di tutti” e per questo “il territorio calabrese habisogno di più confronto e non di divisioni e polemiche, specie in temi delicati che riguardano persone, vite umane,lavoro e dignità”. “Dobbiamo ripartire da questa idea progettuale – sottolineano Russo e Sapia – e farlo in tempi contenuti”. “Unprogetto da valutare, rilanciare e considerare per tutto il territorio calabrese – aggiungono – per superare atavichecriticità, un nuovo modo di fare welfare sociale coniugando tutela ambientale, lavoro di qualità e prodotti di qualità”.Da qui l’appello rivolto alla Regione a sostenere “progetti di qualità come questo, una idea progettuale che potrebbeessere finanziato da fondi comunitari e risorse del Psr”. “Ribadiamo – sottolineano i due esponenti sindacali – che non serve smantellare barraccopoli e tendopoli per crearealtre realtà similari senza servizi e utenze minime, per non dire delle precarie condizioni igieniche sanitarie, correlateal cibo e relativa alimentazione. Ma è necessario dare dignità al lavoro e ai tanti lavoratori sia italiani che extra comunitari e comunitari che subisconoingiustizie e abusi rimanendo in quella sorta di aree ‘fantasma’”. “ Inoltre oltre alla realizzazione di veri alloggi eco-sostenibili per i braccianti agricoli stagionali – rilanciano – si puòpensare a riutilizzare quelle abitazioni abbandonate nelle aree rurali e anche nei centri storici, tramite le normevigenti, agevolazioni fiscali e avviando ulteriori progetti e azioni coinvolgendo i tanti comuni calabresi che soffrono ilfenomeno dello spopolamento e dell’abbandono. Insieme sostenere e concretizzare specifici progetti per superare iritardi infrastrutturali, migliorare la mobilità e il trasporto dei lavoratori, rafforzare la logistica regionale, e coinvolgerei giovani. Si può fare se tutti insieme condividiamo il percorso della responsabilità e del confronto”. Da qui l’appello “a fare sistema concretamente – concludono – avviando da subito un tavolo regionale per il lavoro nelsettore agricolo e agroalimentare anche per concretizzare un nuovo approccio tra istituzioni, politica e parti sociali edatoriali sul comparto e sviluppare un protocollo d’intesa regionale per dare dignità al lavoro agricolo di qualità, alleproduzione e affrontare il tema del lavoro nero e del caporalato”.

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