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Campania. Whirlpool: Schiavella, Tipaldi e Sgambati; in ballo dignità e futuro di quello che resta di industria e occupazione a Napoli e al Sud

Pubblicato il 11 Giu, 2019

Napoli, 11 giugno 2019  – “La vicenda Whirpool è solo l’ultima in ordine di tempo delle crisi che hanno segnato la storia della deindustrializzazione di Napoli e della sua provincia, ma anche dell’intero Mezzogiorno, in una discesa che negli ultimi trent’anni non si è mai arrestata”. E’ quanto scrivono i segretari generali Cgil Cisl Uil di Napoli, Walter Schiavella, Gianpiero Tipaldi e Giovanni Sgambati nella nota consegnata al presidente e ai capigruppo del Consiglio comunale riunito oggi in sessione straordinaria per discutere la vicenda Whirlpool.
“Non una sola ragione – sottolineano Schiavella, Tipaldi e Sgambati – è stata addotta dall’azienda per spiegare perché proprio Napoli sia un sito da cedere, quali sono le motivazioni che lo rendono un sito non più idoneo, quale siano le problematicità che rendono le condizioni di costo e di mercato più gravose che altrove. Quando sentiamo parlare da parte dell’azienda di ‘riconversione’ pensiamo alle tante promesse di riconversione e di reindustrializzazioni di cui è lastricata la via che ci ha condotto a questo deserto industriale. Per questo ogni ipotesi di soluzione della vertenza deve preveder che la Whirpool resti a Napoli”.
“In un’area come quella di Napoli est, che un tempo non lontano era una delle aree industriali più grandi del Paese e che faceva della città una capitale industriale in Europa con una storia centenaria alle spalle – precisano Schiavella, Tipaldi e Sgambati – ormai non restano che pochissimi presidi industriali. L’idea che terziario e servizi potessero da soli sostituire l’occupazione e lo sviluppo dell’industria, che in molte aree è stato anche sviluppo democratico e civile fronteggiando l’avanzata della camorra sul territorio, si è rivelata in questi anni una tragica illusione, come pure dimostrano fallimenti e chiusure dei tanti centri commerciali che sono sorti spesso proprio nei capannoni dove un tempo sorgevano le fabbriche”.
“Per questo – aggiungono Schiavella, Tipaldi e Sgambati – la vertenza Whirpool oggi è una vertenza campale dell’intera Città di Napoli. In ballo ci sono i 430 lavoratori con le loro famiglie, le tante donne che vi lavorano in un territorio in cui l’occupazione femminile è un dramma, le centinaia di lavoratori che anche nell’indotto hanno sviluppato professionalità e qualità in tutta la regione. Ma in ballo c’è la dignità e il futuro di quello che resta dell’industria e dell’occupazione a Napoli e al Sud. Per questo tutte le Istituzioni devono fare la loro parte per mantenere a Napoli questa importante presenza industriale”.
“C’è una idea di sviluppo – secondo Schiavella, Tipaldi e Sgambati – che non è mai decollata; ci sono quei pochi ma necessari strumenti di politica industriale come le ZES e le Aree di crisi complessa, compresa proprio Napoli Est che tardano ad essere messe a regime. La vertenza dei lavoratori Whirpool e del suo indotto ci mette di fronte nella sua crudezza all’intera vicenda di quella che un tempo chiamavamo questione meridionale, che oggi seppur chiamata in modi differenti è esattamente la stessa di cento anni fa: una parte del paese esclusa dallo sviluppo, dove le condizioni di vita di più della metà della popolazione del paese sono al limite della povertà, con una emigrazione in ripresa, con i giovani che cercano lavoro al nord e all’estero, con la criminalità padrona di intere aree”.
“Per questo – concludono Schiavella, Tipaldi e Sgambati – non possiamo permetterci un passo indietro, anzi è ormai improcrastinabile che il Governo metta Napoli e il Sud al centro di un vero progetto di politica industriale e di sviluppo, necessaria anche per la tenuta democratica dell’intero Paese, piuttosto che inseguire dannose ‘autonomie differenziate’. Cgil Cisl Uil di Napoli combatteranno questa battaglia con le lavoratrici e i lavoratori di Whirpool, ma lo faranno consapevoli che deve diventare la battaglia di tutte le Istituzioni e i cittadini di Napoli”.

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